Quasi certamente Lino ebbe un notevole privilegio di essere il primo successore di Pietro. Addirittura San Paolo lo rammenta nella II Lettera a Timoteo, dove tra l’altro scrive: “Ti salutano Eubulo, Pudente, Lino, Claudio e tutti i fratelli”. Molti sono i dipinti e le sculture che lo raffigurano, su tutte spicca il busto di Andrea della Robbia ora nel Museo d’Arte Sacra di Volterra. Oltre ad una figura sul soffitto in legno dorato della Cattedrale, dove egli appare in vesti pontificali. Molte e incerte le date che riguardano Papa Lino: secondo una tardiva leggenda sarebbe nato a Volterra dopo il 18 d.C., da una famiglia importante quanto pagana. Pare che il padre fosse un senatore e la madre una illustre matrona. A Roma per studiare, avrebbe conosciuto nella casa del patrizio Quinto Fabio l’apostolo Pietro che lo avrebbe convertito al Cristianesimo battezzandolo nel 15 d.C.
Verso il 57 lo avrebbe nominato vescovo ausiliare e sembra che Lino abbia retto la Chiesa per almeno 11 anni: o dal 56 al 67, come ricorda il più attendibile Eusebio, dal 69 all’81.
Secondo una tradizione, Lino avrebbe predicato la fede cristiana fino in Gallia, a Besançon, dove avrebbe convertito moltissimi abitanti, rendendo inviso ai sacerdoti pagani, che, gelosi del suo successo, lo avrebbero fatto cacciare dalla città. Ritornerà a Roma per portare conforto all’apostolo Paolo in carcere per la seconda volta, per soccorrere i cristiani perseguitati da Nerone e succedere quindi a Pietro dopo la tragica crocifissione di quest’ultimo. Tra le sue ordinanze, quella alle donne di partecipare ai riti sacramentali coprendosi il capo con un velo. E veniamo all’estate del 78, quando, per esaudire le suppliche di un personaggio di spicco della curia imperiale, tal Saturnino, riuscì miracolosamente a risanargli la figlia ossessa. La conversione in massa di tutta la famiglia del console mise questi in pessima luce, tanto che Saturnino abiurò a quella fede considerata una sorta di superstizione orientale, oltre naturalmente a far processare e condannare alla decapitazione Papa Lino. Quando si decise a Volterra nel 1720 di eleggere San Lino a patrono principale, va detto che diocesi e città ebbero patroni differenti: la prima, Giusto e Clemente, la seconda, San Lino, cui, nella interminabile giornata del 23 settembre, sua festa liturgica, sono tributati grandi onori sia del Santuario Mariano che nella bellissima Cattedrale, oltre che nella chiesa sorta sulla sua casa natale, dove nel 1989 anche papa Wojtyla si inginocchiò a pregare celebrando il suo lontano predecessore.
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