mercoledì 15 agosto 2012

SANTA LUCIA DI PIAVE

S. Lucia de Foresto: questo il nome antico di Santa Lucia di Piave (come si legge nella documentazione curata dallo storico Innocente Soligon) comune della provincia di Treviso di oltre 8000 abitanti, posto ai piedi delle colline pedemontane e fiancheggiato dal fiume Piave. Il toponimo latino antico riferito a questa località nel Contado di San Salvatore è Sub Silva e nel 1474: S, Lucia de Foresto. L’ultimo termine allude al territorio selvaggio che circondava il villaggio e dunque la foresta, infestata da lupi, che si estendeva alla sinistra dell’impetuoso fiume Piave, causa di frequenti inondazioni. Da secoli il territorio era interessato del crocevia Boccadistrada dove confluiva anche la tristemente famosa Via Hungarica (così citata in un codice del 1120) che portava alla Opitergium-Feltria-Tridentum (la “Oderzo.Feltre-Trento” del IV secolo) e al Guado sul Piave a Lovadina (principale raccordo tra Nord e Sud d’Italia attivo fino alla costruzione settecentesca “Règia Strada Maestra d’Italia” attuale Statale Pontebbana), per collegarsi poi, al di là, con la direttrice imperiale romana Claudia Augusta che intersecava la consolare Postumia.
Un documento del 1124 di Ruperto Vescovo di Ceneda afferma che il servizio di barca del traghetto di Lovadina, gestito da monaci cistercensi, era gratis per tutti i pellegrini in cammino da e per i santuari cristiani dell’Europa medioevale (Roma, S. Giacomo di Compostéla) e i lughi santi di Gerusalemme (Sepolcro di Cristo, Monte Tabor, Orto degli Ulivi…). Un primo riscontro storico sull’esistenza della comunità cristiana locale e quindi della chiesa dedicata alla Santa vergine-martire Lucia si trova nella bolla di Papa Alessandro III dell’anno 1177. Naturalmente le origini della comunità e della chiesa precedono l’epoca del documento pontificio. La storia civile di S. Lucia si documenta all’anno 1312, citata tra le Ville soggette alla giurisdizione del Castello di S. Salvatore nel diploma di Enrico VII di Lussemburgo, re e imperatore dei romani, che costituisce i due castelli dei conti Collalto in “feudo oblato” con potere di meno et misto imperio, compresa la pena di morte. Per secoli su questi territori erano passati, e a più riprese, i barbari seminando incendi, violenze, distruzione e morte ma, cessate le tremende invasioni, si era anche gradualmente estesa l’influenza veneziana in terraferma (come testimoniano i “Leoni di San Marco”  murati alle porte della città dal 1337) e fino all’epoca in cui si attivò lo scambio di prodotti con Germania, Austria e Fiandra. Durante le soste, nell’attesa di favorevoli condizioni per traghettare l’esuberante Piave, spesso in esondazione, e raggiungere le altre sponde… i mercanti non stavano certo con le mani in mano dando vita a quella che ora è diventata la “millenaria Fiera di Santa Lucia. La devozione a Santa Lucia, diffusasi dopo la sua morte intorno al 300 d.C., è di per sé stessa indice di antica costituzione non solo della comunità cristiana locale ma anche della festa religiosa popolare che in onore della Patrona si consumava da secoli ogni 13 dicembre. Nel periodo medioevale, sarà proprio la concomitanza della festa religiosa, con la fiera che attirerà a Sancta Lucia de Sub Silva devoti, pellegrini e mercanti.   
Santa Lucia di Piave è nota anche per il Beato Fra Claudio ed inoltre vanta una tra le più belle chiese neo-gotiche della Provincia, realizzata nel 1897, arricchita da pregiate opere d’arte di cari artisti locali allievi del Beato Claudio, al secolo prof. Riccardo Granzotto (1900-1947). Molto più antico e interessante è il Santuario cinque-seicentesco edificato dai giurisdicenti Conti Collalto a ricordo di una apparizione della Vergine al Campo di Ramoncello (citato nel XII sec.). Vi conserva affreschi del 1713, e opere pittoriche di artisti locali. La civiltà delle ville venete è rappresentata dalla settecentesca sede estiva dei conti veneziani Corner-Campana con le tipiche barchesse laterali.

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