giovedì 18 ottobre 2012

CIBO

Che fine fa il cibo avanzato nelle mense?
Gli avanzi delle mense, per esempio quelle scolastiche, sono obbligatoriamente considerati rifiuti. Ciò è dovuto principalmente, a ragioni igieniche. Per legge, dunque, il cibo avanzato è destinato alla discarica oppure, ma ciò avviene solo in rari casi, riciclato per ottenere composti (concime organico). Spreco. In vari Comuni italiani, diverse associazioni benefiche hanno chiesto in passato di poter utilizzare almeno i cibi rimasti in cucina intonsi, cioè non arrivati sulla tavola. Un primo passo in questa direzione è stato fatto con la legge n. 179 del 31 luglio 2002 (“Disposizioni in materia ambientale”), che all’articolo 23 ha stabilito, cambiando la normativa precedente, che questi avanzi possono essere destinati “alle strutture di ricovero per animali d’affezione”. In pratica utilizzati dai rifugi per cani e gatti senza padrone.
(Puzza) Quali sono le sostanze più meleodoranti?
Tra le 17 mila sostanze odoranti classificate, le più puzzolenti sono l’etilmercaptano e il butiselenomecaptano. Contengono zolfo e emanano un miscuglio di odori di cavolo marcio, cipolla e aglio. Queste sostanze sono gas tossici, che in dosi masicce provocano forti mal di testa, nausea, disturbi alla coordinazione e danni a fegato e reni. Allarme. L’etilmercaptano, tuttavia, si aggiunge spesso al metano (inodore)

Cibo e Dna

Vari studi hanno dimostrato che alcune precauzioni alimentari, soprattutto per la prevenzione dei tumori, non funzionano allo stesso modo in tutte le persone. Ciò è dovuto al fatto che i geni influenzano le risposte alle proprietà benefiche dei cibi..
Alimentazione e Dna interagiscono, determinando salute o malattia; la scienza detta nutrigenomica si occupa appunto di queste relazioni. Essa studia in che modo un cibo modifica il funzionamento dell’organismo a livello molecolare, attraverso il cibo possiamo ammalarci e anche guarire.
Era immaginabile che le aziende intravedessero un business. Alcune hanno realizzato kit nutrigenomici: pagando qualche centinaio di dollari, dopo aver compilato un questionario e fatta un’analisi del Dna, il cliente si vede mandare informazioni su quali mutazioni genetiche possono essere in agguato e come prevenirle con la dieta. Ma le strutture governative statunitensi deputate al controllo delle frodi nella sanità mettono in guardia. Le predizioni non hanno alcun valore medico e scientifico.
Mangiare poco fa vivere a lungo
Le diete controllate e sane, a basso contenuto di calorie, mantengono stabile il peso ma producono anche un altro effetto: fanno vivere più a lungo. Lo sottolineano i ricercatori americani del Salk Institute for Biological Studies di San Diego, in California, che su tale argomento hanno realizzato uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Nature.
Gli esperti hanno scoperto che un'alimentazione ha basso contenuto di calorie influisce si tre geni, gli "interuttori" che regolano l'attività delle nostre cellule: FoxA1, 2 e3.
Una dieta "magra, spiegano gli scienziati, mette in azione questi geni, che ordinano al corpo di utilizzare  tutte le tecniche di sopravvivenza in caso di carestia che l'uomo ha messo al punto in milioni di anni d'evoluzione. E così la vita si allunga.
Il cibo che fa belli
Prima di qualsiasi trattamento cosmetico ci sono le sostanze nutrienti che arrivano alla pelle e ai capelli attraverso l'alimentazione.
Mangiare poco e male fa danni alla salute, ma anche alla bellezza
Ci preoccupiamo di lavarla con delicatezza, di nutrirla e idratarla, di mantenerla tonica e senza rughe, ma la pelle non è un vestito o un rivestimento di materiale inerte. E' un organo vivo, l'unico del corpo umano ad avere contato col mondo. per restare efficiente e svolgere al meglio tutti i suoi compiti (per citarne soltanto alcuni, mantenere stabile la temperatura corporea, protegge dalle aggressioni esterne, assicura la sensibilità tatile) ha bisogno di cure e attenzione sia all'esterno, e i cosmetici assolvono egregiamente questa necessità, sia dall'interno, attraverso un'alimentazione equilibrata.
La cosmesi aiuta indubbiamente a migliorare la pelle e gli annessi cutanei (capelli e unghie), fornendo un'adeguata idratazione e anche alcune sostanze che, opportunamente veicolate, migliorano la nutrizione della pelle e il ricambio fisiologico delle cellule epidermiche. Se nonostante l'utilizzo di cosmetici il miglioramento cutaneo è lento o scarso, è possibile che ci sia una patologia (per esempio, una caduta dei capelli resistente ai trattamenti può nascondere un malfunzionamento della tiroide), oppure un disturbo dell'alimentazione. Spesso alcuni piccoli segnali, come pallore, colore giallastro, ragadi ai lati della bocca, lingua lucida e rossa, capelli opachi ed esagerata caduta, unghie fragili e/o striature, suggeriscono al dermatologo di indagare e correggere le abitudini alimentari, prescrivendo contemporaneamente il trattamento cosmetico più adeguato.
Per avere pelle e capelli sani e belli quanto è importante avere un'alimentazione corretta?
Quando si parla di alimentazione corretta si tende a pensare soltanto al mantenimento del peso corporeo. Per essere ben nutriti non è sufficiente mantenere il peso  ideale, ma è necessario soddisfare le richieste energetiche e metaboliche dell'organismo. Tali richieste variano da individuo a individuo, ma anche, nella stessa persona, in rapporto all'età, al clima, all'attività fisica e alle condizioni fisio-patologiche (pubertà, gravidanza, vecchiaia, malattie). Il regime alimentare influisce moltissimo sulla salute e sull'aspetto estetico della pelle. Per essere equilibrato deve fornire non soltanto energia, ma anche tutti i nutrienti indispensabili, vale a dire carboidrati, lipidi, vitamine, minerali e acqua.
Nei Paesi industrializzati le patologie causate da carenze alimentari sono molto rare e legate per lo piò ad altre patologie, come le sindrome da malassorbimento, ma negl ultimi decenni son emerse situazioni anche molto gravi dovute sia a diete ipocaloriche non equlibrate - le cosiddette "diete fai da te" -, sia a veri e propri disturbi del comportamento alimentare, quali l'anoressia e la bulimia nervosa.
Che cosa succede alle pelle quando si mangia poco e male?
Le diete ipocaloriche che prevedono meno di 1200 calorie il giorno, condotte senza supervisione medica, possono dare un apporto insufficiente di proteine, vitamine e minerali, perché spesso escludono completamente alcuni alimentio e li sostituiscono con altri a basso contenuto calorico. Per esempio, alcuni regimi prevedono un esagerato apporto di verdura e di frutta giallo e arancione - insalata, carote, pomodori - a scapito di carne, pasta, cereali e formaggi. Una conseguenza diretta e ben visibile può essere la carotenodermia, cioè una colorazione giallo-arancione delle palme delle mani, delle piante dei piedi e del lobulo nasale.
Una dieta povera di pesce, carne, uova, grano intero, latte e formaggi, invece, può essere responsabile di patologie cutanee infiammatorie, per la carenza di vitamina PP e di vitamina B6. Le manifestazioni più frequenti sono la dermatite seborroica, caratterizzata da chiazze arrossate ricoperte da squame sul cuoio capelluto, ai lati del naso, alla fronte e talvolta anche alla zona medio-toracica, la chelite, un'infiammazione delle labbra che si manifesta con arrossamento, desquamazione e piccoli tagli, e la glosside, un'infiammazione che rende la lingua lucida, rossa e depallipata.
La carenza di ferro, che si veriifca molto frequentemente soprattutto nelle ragazze che mangiano poca carne rossa e hanno abbondanti perdite mestruali, rende pelle, labbra, letto ungueale, palmo delle mani e mucose oculari molto pallide, provoca frequentemente la stomatite angolare, cioè ragadi ai lati della bocca, e una caduta patologica dei capelli per l'alterazione della normale fisiologia e del ciclo di crescita del follicolo pilifero.
Disturbi alimentari
Se una dieta povera di nutrimenti essenziali influisce sull'efficienza e sull'aspetto della pelle, ancora più consistenti sono i danni prodotti dai disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia. "Nell'anoressia nervosa i segni cutanei sono eclatanti e possono far sospettare al medico e ai familiari la presenza di questo disturbo quando ancora non è stato diagnosticato". Quindi più precoce è la terapia, migliore è la prognosi.

È acido
Ecco i principali alimenti che tendono ad abbassare il pH
  • Il formaggio gruviera e i prodotto caseari pastorizzati.
  • Il cioccolato al latte e, in misure minori, il fondente.
  • Il pane e la farina bianca, mentre quelli integrali sono ritenuti meno aggressivi.
  • Il tuorlo  (l’albume è basico).
  • Le arachidi, anche se gli altri frutto oleosi sono basici.
  • Carciofi, cavoletti di Bruxelles, cipolle, asparagi, porri sono tra i pochi vegetali ad azione acidificante.

È basico
Tutto ciò che tende a riequilibrare il pH alterato
  • La frutta e i succhi di frutta, fatta eccezione per le prugne e le albicocche.
  • Il germe di grano, sia come olio sia come integratore.
  • Le mandorle son, tra la frutta secca, gli alcalinizzanti per eccellenza.
  • Le patate dovrebbero sostituire almeno una volta al giorno il pane e/o la pasta.
  • Il limone. È ottima l’abitudine di berne il succo al mattino a digiuno.
«Per funzionare al meglio, l’organismo deve avere un giusto grado di acidità», spiega Samantha Biale, nutrizionista e autrice del saggio La diete furba (Mondadori). «L’ideale è un pH tra 7,39 e 7,41. Valori più alti indicano un pH alcalino o basico, valori più bassi un livello di acidità eccessivo».
Da che cosa dipende l’equilibrio acido/basico?
«Soprattutto dall’alimentazione e, in genere, lo scompenso va verso l’acidità. Le cause principali sono l’alto contenuto di proteine (carne, formaggi, pesce, uova) e le diete troppo restrittive, a maggior ragione se abbinate a un’attività fisica intensa. In queste condizioni di stress, infatti, l’organismo non è in grado di attivare i fisiologici sistemi-tampone che dovrebbero correggere il pH».
  Come capire se siamo troppo “acidi”?
«I sintomi più comuni sono stanchezza cronica, disturbi del sonno, stitichezza, pelle grassa e, talvolta, sudorazione insolita di mani e piedi. L’esame delle urine per valutare il pH è veloce ed economico».
Come rimediare a un pH troppo basso?
«Introducendo nella dieta molta frutta e verdura e mangiando, anche poco, ma almeno ogni quattro ore: il digiuno acidifica. Un consiglio: bevete acqua a intervalli regolari (un bicchiere ogni ora) per facilitare l’eliminazione di scorie acide attraverso i reni».
Piatti pesanti
Hamburger e patate lesse
«Il problema qui non sono tanto le calorie (80-90) per circa 100 g di patate, che diventano un buon sostituto del pane) più altre 250 per l’hamburger. Piuttosto la combinazione tra le patate e il grasso della carne, che fa fermentare le prime. Meglio una bistecca di carne tritata magra» dice l’esperta.
Polenta e salsiccia
La polenta è diuretica e le salsicce oggi sono più leggere di un tempo. Due piccole avranno circa 150 calorie. In tutto 390, con una porzione di polenta. «Volete diminuire di circa la metà l’apporto calorico della carne? Nei negozi bio ci sono gli hot dog vegetariani, fatti con tofu o seitan» dice Fiorella Coccolo.
Pasta gratinata con verdure
«Una porzione può arrivare anche a 400 calorie per via della besciamella. Se, però, al posto di questa salsa usate una panna a basso contenuto di grassi o della ricotta magra diluita con un po’ di latte, risparmiate circa 100 calorie» spiega la nutrizionista.
Penne con salmone e panna
«È un piatto da 380 calorie che, grazie alle proteine e ai grassi del salmone, evita picchi glicemici nel sangue, cosa che mantiene il metabolismo attivo» dice l’esperta. «Della panna si potrebbe fare a meno, risparmiando 100-150 calorie. Oppure sostituitela con dello yogurt intero».
ALLA FINE DI UN PASTO IMPEGNATIVO, MANGIATE UNA MELA BIO, ROSSA, CON LA BUCCIA: CONTIENE UNA SOSTANZA CHE FA ASSORBIRE MENO GRASSI. 




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