Le ORIGINI (VIII sec A.C. - III Sec D.C. )
Secondo la leggenda , la sirena Partenope , derisa dalle sue amiche, per non essere stata capace di sedurre Ulisse, si lanciò in mare per affogare. Il suo corpo fu portato dai flutti sull'isoletta di Megaride, dove poi sorse il castello di Lucullo oggi Castel dell'Ovo.
In quel punto sorse l'antica Partenope.
Nell'VIII secolo a.c. il litorale flegreo e le isole furono colonizzate da Greci ed Eubei Calcidesi, si insediarono prima a Cuma, per poi espandersi in tutte le terre del Golfo e sull'attuale collina di Pizzofalcone, sopra Santa Lucia, fondarono un piccolo centro abitato, chiamandolo: Partenope.
La funzione commerciale e culturale di questa antica colonia della Magna Grecia fu molto importante nell'Italia Meridionale
La zona era in continuo fermento per la concorrenza dei popoli confinanti
e soltanto dopo la vittoria dei Greci Siracusani sugli Etruschi a Cuma nel
La precedente Partenope fu lasciata separata e rinominata Palepoli, cioè città vecchia.
I Sanniti, cominciarono a scendere a valle e dopo aver conquistato
varie località limitrofe alla città , nel
L'importanza strategica di Neapolis , non poteva sfuggire alla attenzione dei Romani e per sottrarla all'influenza Sannita, la conquistarono nel (
Roma tuttavia riconobbe l'autonomia della città, la quale conservò i costumi e la lingua greca .
Durante la guerra civile fra Mario e Silla , la città parteggiò per il primo e Silla nel'
Cesare detestava Neapolis, per aver essa dato aiuto al suo nemico Pompeo, Augusto invece la predilesse.
Per la dolcezza del clima e per il meraviglioso paesaggio, sorsero Ville grandiose non solo a Napoli ma anche a Cuma , Pozzuoli e nella zona di Posillipo dove vi sono resti di importanti costruzioni Romane.
Svetonio amava girare per le coste, Tiberio dimorò a Capri, Scipione l'Africano si costruì una Villa a Liternum.
Lucullo eresse un imponente Castello sull'isola di Megaride. In quel Castello (oggi dell'Ovo ) , Odoacre , re dei Eruli, relegò l'ultimo Imperatore Romolo Augustolo.( 476 ). DOMINAZIONE GOTICA E BIZANTINA (536-766 )
Dopo la fine dell'Impero d' Occidente , l'Imperatore d'Oriente Giustiniano inviò il generale Belisario a conquistare Napoli (536), ma questi cominciò con
si vendicò crudelmente sulla popolazione.
Nel decennio dal 543 al 553 i Bizantini persero e riconquistarono la città, nel 543 non resistendo all'assedio dei Goti di Totila e nel 543 sconfiggendo Teja, ultimo Re dei Goti nella battaglia alle falde del Vesuvio.
Napoli fu assediata dai Longobardi nel 581 e nel 592: nel 599 fu rifugio di quanti dalle zone limitrofe vollero sfuggire ai conquistatori che si erano fortificati a Benevento.
In questo periodo il potere era nelle mani dei Vescovi ma quando i cittadini di Ravenna si ribellarono all'Esarca, Napoli fu spinta ad imitare questa iniziativa e si diede un governo autonomo con a capo un certo Giovanni Consino: per poco tempo, perché l'Imperatore d'Oriente nominò un nuovo Esarca, che riprese possesso delle due città ribelli.
Il DUCATO (661-1137 )
Nel 661 fu lo stesso imperatore a nominare un luogotenente imperiale con il titolo di " Duca", nella persona di Basilio.
Con l'istituzione di questa suprema carica , autonoma nell'esercizio delle sue funzioni , si favoriva lo sviluppo della città e si fronteggiava la minaccia Longobarda.
Il Ducato avrà una durata di 5 Secoli.
I duchi fornirono Napoli di un eccellente esercito, tanto che quando Cuma nel 647 fu conquistata dal longobardo Romoaldo II, duca di Benevento, il pontefice chiese aiuto ai napoletani e questi, con Giovanni I, riuscirono a liberare la località.
Nel 773 il duca Stefano II riconobbe l'autorità del papa e questi lo elesse Vescovo di Napoli , nel 840 Sergio I dichiarò ereditaria la successione ed il Ducato divenne autonomo "de jure et de facto"
Il ducato rimase formalmente alle dipendenze di Bisanzio, ma da allora saranno solo i napoletani ad eleggere i duchi.
Il ducato autonomo di Napoli ebbe sotto la sua giurisdizione Ischia, Procida, Baia, Miseno, Castellammare, Sorrento,il territorio Puteolano, l'agro Giuglianese ed Aversano e la zona Vesuviana, Capri faceva parte del Ducato di Amalfi.
Questo fu uno dei periodi più felici della storia napoletana..
Molti furono gli eventi bellici che costellarono il periodo Ducale: scontri con i Longobardi, che intendevano ampliare il Principato di Benevento con la conquista di Napoli e Salerno
(822-836); conflitti con i Saraceni la cui minaccia si fece sentire nell' 812;
Per tre secoli , tra gli interessi contrastanti dei Longobardi, Franchi, Bizantini e Saraceni, Napoli si mantenne libera ed indipendente grazie ad un gioco di alleanze talvolta di uno contro gli altri, non escludendo anche i Saraceni e suscitando le ire dei Pontefici.
PERIODO NORMANNO (1137- 1194)
Sergio IV, Duca di Napoli (1002-1027/1030-1036) donando al Normanno Rainulfo Drengot la piccola borgata di Aversa poneva la prima pietra della nuova signoria, che avrebbe a poco unificato tutto il Mezzogiorno.
I Normanni provenienti dal Nord (North-Man) abili navigatori dopo diverse scorrerie risalendo
Da questa terra gruppi di guerrieri si avventurarono nel Mediterraneo offrendo il braccio mercenario a chiunque lo richiedesse.
Nel 1029 Pandolfo IV Signore Longobardo di Capua, conquistò Napoli e mise in fuga il Duca Sergio IV, il quale rifugiatosi a Gaeta incontrò Rainulfo Drengot , contratto' l'aiuto e riconquistò
I
Aversa sarà il centro della espansione Normanna ed in particolar modo si affermò la famiglia degli Altavilla (Hauteville).
L' agonizzante Ducato di Napoli , governato dal Duca Sergio VII
(1120-1137) viene dopo un lungo assedio, definitivamente conquistata da Ruggero II di Altavilla già incoronato Re di Sicilia (1130).
Ruggero forte della bolla (Honor Neapolis) dell'Antipapa Anacleto II, invita Sergio ad arrendersi. I napoletani resistono per due anni chiedendo aiuto a Rainulfo d'Alise ma poi sconfitti in Capitanata, si sottomisero a Ruggero. Generoso con i vinti affidò ad Anfuso suo figlio il governo della città e venne a Napoli nel 1140 , accolto con solenni onori.
I Normanni, dal latino medievale northmanni=uomini del nord.
Si tratta di una popolazione prevalentemente marinara e guerriera, stanziata lungo le coste della Scandinavia. Originariamente designati con il nome di Vichinghi (forse guerrieri) compirono varie invasioni e scorrerie in Europa a partire dall'VIII sec. e si spinsero, verso l'Islanda, il Labrador, e le steppe della Russia. Le scorrerie in Europa occidentale si protrassero per tutto il IX sec., fin quando alcuni gruppi di normanni si stabilirono definitivamente nella Francia nordoccidentale, la Normandia, appunto. Dal re di Francia, il normanno Rollone ottenne il riconoscimento dei feudi, e il titolo di duca. In seguito varie ribellioni, spesso appoggiate dal re dei franchi, portarono all'esodo forzoso della piccola nobiltà.
Dopo il Mille, attraverso la via Francigena, sia nelle vesti di pellegrini diretti verso i luoghi santi della cristianità, sia nelle vesti di mercenari pronti a combattere per un pezzo di terra, i normanni giunsero a gruppi nell'Italia meridionale. Fu facile, per loro, inserirsi nelle lotte interne di Longobardi e Bizantini, ottenendo ben presto terre e benefici.
Rainulfo Drengot, nel 1028, ottenne la Contea d'Aversa, stabilendo così, fra Capua e Napoli, una testa di ponte per il fortunato insediamento normanno. Presto, con i successi militari contro i bizantini in Puglia, i longobardi in Campania, e le forze pontificie, i capi normanni si divisero tra loro le precedenti contee.
Nel 1059, Roberto d'Altavilla, detto il Guiscardo ottenne dal papa il ducato di Puglia e Calabria, e Riccardo Quarrel il principato di Capua. Alla fine del secolo Ruggero d'Altavilla, fratello del Guiscardo portò a compimento la liberazione della Sicilia dagli arabi. All'inizio del XII secolo, l'Italia meridionale era frammentata in una serie di ministati retti da principi, duchi e conti: Ducato di Puglia con capitale Salerno, Principato di Capua, Principato di Taranto, Contea di Sicilia, Contea di Montesantangelo, Contea di Conza, Contea di Principato, Contea di Ariano, Contea di Loritello, Contea di Alife, Contea di Boiano, indipendenti erano città come Bari, ed altri baroni si atteggiavano ad una piu'accentuata indipendenza.
La tendenza del Baronaggio a rendersi indipendente dal Potere Regio sarà una costante che accompagnerà tutta Nel 1127, il Conte di Sicilia, e signore della Calabria, Ruggero II, prese il controllo del ducato di Puglia. Nel 1130, dall'antipapa Anacleto II, ebbe l'investitura del Regno di Sicilia. Ma le lotte fra i baroni e le città di Campania e Puglia, ed il re normanno, si protrassero fino al 1139 quando ebbe finalmente il pieno dominio dell'Italia del Sud.
Ruggero II (1139-1154) e il primo Re di "Napoli" riunendo il Ducato al Regno di Sicilia. Re di Sicilia di là e di qua' del Faro; si adoperò per fondere gli elementi etnici che popolavano il Regno : romani, greci,bizantini ,longobardi ,normanni e saraceni per garantire la stabilità del Regno.
Intervenne a Napoli con la sua Autorità per dirimere il dissidio tra Nobili e Mediani sulle cariche amministrative della Città fino allora pretese dai Nobili come esclusivo privilegio. Il commercio fu fiorente profittando del declino di Amalfi. La Chiesa Napoletana fino ad allora prevalentemente Bizantina con l'avvento della Istituzione Monarchica Normanna cominciò la sua Latinizzazione,vi furono conflitti dottrinali e teologici tra "romani" e "bizantini'' , ma i rituali erano molto simili.
Nel 1140 da Ariano Irpino Ruggero promulgò le "assise del regno" con l'Istituzione di Baliaggi e Giustizieri , ed emanando leggi e decreti per l'Organizzazione provinciale del Regno, restarono in piedi tuttavia , alcune delle precedenti strutture feudali.
I figli prediletti del re, quelli che avevano ricevuto l'investitura, morirono uno dopo l'altro, e fu uno degli ultimi, Guglielmo I il Malo (1154-1166), a ricevere l'eredità del padre nel 1154, subito si trovò a fronteggiare le ribellioni nel Sud, che continuarono sporadicamente fino al regno di Guglielmo II il Buono (1166-1189), suo figlio.
In questo periodo la monarchia normanna si estese dall'Abruzzo all'isola.
Il Regno di Guglielmo I detto il Malo , per la sua avarizia , si distinse per le forti rappresaglie contro i baroni ribelli e per la pace con l'Imperatore di Bisanzio Manuelo I Comneno in cui riottenne le città pugliesi , in cambio di alcune conquistate in Asia Minore dal Padre e per la erezione di Castel Capuano a Napoli dove si apriva la porta che portava a Capua.
Guglielmo II detto il Buono non ebbe la tempra del padre e per questo probabilmente fu chiamato il ''Buono" , sposò la figlia di Enrico II d'Inghilterra Giovanna Plantagenete nel 1176 .Durante il suo regno per evitare la minaccia della invasione di Federico Barbarossa
acconsentì al matrimonio della figlia postuma di Ruggero II Costanza con Enrico di Svevia. Nel 1189 alla morte di Guglielmo , reclamarono il Regno di Sicilia tre pretendenti : Tancredi Conte di Lecce ,figlio naturale di Ruggero Duca delle Puglie , primogenito di Ruggero II ; Riccardo Cuor di Leone fratello di Giovanna Plantageneta Regina Vedova ed infine Enrico di Svevia.
Il papa Clemente III temendo l'unione con l'Impero ed al soffocamento dello Stato della Chiesa favorì Tancredi ( 1189-1194) il quale per fronteggiare il potente rivale , tacitò Riccardo d' Inghilterra con denaro ed ottenne il favore dei Baroni e delle Città prodigando concessioni e privilegi.
I sudditi ricambiarono e resistettero all'assedio a Napoli nel 1191 delle schiere di Enrico di Svevia.
Tancredi morì nel dicembre 1194 e lasciò il figlio Guglielmo III di otto anni sotto tutela della Regina Sibilla di Acerra.
Enrico VI allestì una nuova spedizione con l'ausilio di Pisani e Genovesi ed espugnò Napoli , commettendo atrocità e crudeltà.
Nel 1194, l'imperatore Svevo Enrico VI di Hohenstaufen, in ragione del suo matrimonio con Costanza di Altavilla, unì la corona imperiale a quella di Sicilia. Quello stesso anno, vedeva la luce un bambino che avrebbe fatto molto parlare di se: Federico II.
L' Impero nel 1152 al tempo di Federico Barbarossa PERIODO degli HOHENSTAUFEN (1194-1266) PERIODO degli ANGIOINI (1266-1442)
Dalla contea dell'Angiò, presero il nome quattro case feudali. Nel 1234 la contea fu assegnata da Luigi IX al fratello Carlo e quando questi invase l'Italia meridionale diede origine agli Angioini di Napoli e di Sicilia che risollevarono le sorti del partito guelfo e si fecero protagonisti delle vicende politiche dell'Italia meridionale nei secoli XIII, XIV e parte del XV.
Carlo I d'Angiò (1282-1285), figlio di Luigi VIII di Francia e di Bianca di Castiglia fu invitato nell'Italia meridionale dal pontefice in lotta con gli Svevi (1263). Avendoli battuti a Benevento (1266) e a Tagliacozzo (1268), divenne signore di Napoli e della Sicilia. Coraggioso, energico e perseverante, ma soprattutto ambizioso, praticò una dispendiosa politica espansionistica che appesantì il carico fiscale e provocò il moto dei Vespri Siciliani (1282) e la secessione dell'isola che si diede agli Aragonesi.
Carlo II, lo Zoppo (1285-1309), figlio di Carlo I gli successe nel 1285 ma, prigioniero degli Aragonesi dal 1284, fu liberato nel 1288 ed incoronato re di Sicilia nel 1289. Condusse una lunga guerra con gli Aragonesi ai quali non riuscì mai a togliere la Sicilia.
Roberto I (1309 - 1343), figlio di Carlo II, passò parte della giovinezza in Aragona, come ostaggio; liberato collaborò col padre nella guerra del Vespro fino alla pace di Caltabellotta (1302). Divenuto re si sforzò, senza gran successo, di riordinare il regno, dove i baroni detenevano un forte potere con importanti possedimenti feudali e contribuì a dare splendore, anche artistico e letterario, alla corte.
Morto senza eredi diretti, lasciò il trono alla nipote Giovanna.
Giovanna I fu il primo sovrano(1343-1381) veramente napoletano a guidare il Regno e coincise con un grave decadimento del Regno nel quale le fratture tra le fazioni si facevano sempre più acute e resero sempre più debole il prestigio della corona.
Di Giovanna I la tradizione ha tramandato una figura per molti aspetti contraddittoria. Il suo regno fu un'epoca caratterizzata da vicende poco chiare, da complotti di corte culminati in vere e proprie esecuzioni, da scontri violenti tra le fazioni in lotta.
Carlo III di Durazzo ( 1381-1386) re di Ungheria organizzò una spedizione nell'Italia meridionale e, fatta prigioniera la sovrana, la fece soffocare da quattro sicari il 27 luglio del
Carlo III di Angio - Durazzo,detto il Piccolo, figlio di Luigi conte di Gravina, si impossessò del regno di Napoli (1381) dopo aver fatto imprigionare e morire Giovanna I nel 1382; passato in Ungheria per assumervi la corona, fu assassinato nel 1386.
Luigi I d'Anjou , figlio di Giovanni Re di Francia , competitore di Carlo III di Durazzo e' il Re Titolare per breve tempo (1382-1384).
Luigi II d'Anjou , figlio di Luigi I , re titolare di Napoli ( 1386-1400) entra nella città il 14 Luglio 1386
Ladislao I d'Angiò-Durazzo (1400-1414), figlio di Carlo III, nel periodo della reggenza della madre Margherita (fino al 1400) fu contrastato dal rivale Luigi II d'Angiò, sul quale infine prevalse. Profittando del disordine provocato negli Stati della Chiesa dallo scisma d'Occidente, vi impose la sua supremazia, occupando Roma stessa (1413) e minacciando l'indipendenza di Siena, Bologna e Firenze.
Questa ultima città arrestò la sua espansione, che mirava a ridare al Regno di Napoli la posizione preponderante dei tempi di re Roberto, e gli impose un severo trattato (Assisi 1414), che fu l'ultimo atto politico del valoroso sovrano.
Il 6 agosto del 1414 Ladislao fu colto da una malattia che si trascinava fin dall'infanzia, aggravata dalle fatiche delle continue guerre e dai facili amori con le numerose cortigiane che affollavano i suoi palazzi.
Giovanna II d'Anjou - Durazzo (1414-1485) sorella di Ladislao ,
cresciuta all'ombra dell'energico sovrano, ereditava una terra di conquista verso la quale avventurieri, re e papi volgevano i passi e le aspirazioni. Giovanna II fu incoronata nel 1419 e si trovò assediata per mare e per terra e fu costretta a chiamare in suo soccorso il re di Aragona, Alfonso V, promettendogli la successione del Regno e fino al 1443 vi furono numerosi scontri tra Renato d'Angiò ed Alfonso V. Genealogia Casa Angiò - Napoli
Periodo degli Aragonesi (1443-1495)
Dalla contea di Aragona presero il nome quattro casate d'Aragona dall'ultima delle quali deriva il ramo degli Aragonesi di Napoli.
Alfonso V detto il Magnanimo (1442-1458) oltre che re d'Aragona, fu re di Valenza, di Sardegna e di Sicilia e, dal 1442 col nome di Alfonso I, di Napoli.
Si dedicò alla politica italiana, protesse la cultura, ma impose gravi tasse, leggi e costumi spagnoli alle popolazioni.
Alfonso conservò strutture politiche e amministrative proprie del Regno di Napoli e l'inserimento nel contesto mediterraneo , migliorò la rete di relazioni esistente fra gli Stati italiani dell'epoca, dando al Regno un rilievo maggiore.
Alfonso riconobbe il vassallaggio del Regno alla Santa Sede ed ottenne da Eugenio lV (1440-1447) l'investitura e il diritto alla successione per il figlio naturale Ferrante.
In politica interna mirò al rinnovamento delle strutture statali incidendo sulla nuova configurazione di Napoli come sede regia, Napoli avrebbe mantenuto il ruolo di capitale del Mezzogiorno ed assunto la funzione di centro politico di tutto l'impero aragonese.
A Napoli fu stabilita la Cancelleria generale (unica per tutta la Corona d'Aragona), ma i principali funzionari furono aragonesi; la Suprema corte di appello divenne il Sacro Regio Consiglio ed aveva il compito di giudicare in seconda istanza tutte le cause nonché le cause della Camera della Sommaria.
Gli uffici addetti alle materie finanziarie e contabili furono curati con particolare attenzione.
Vanno ascritti a suo merito : i restauri degli acquedotti , la bonifica delle zone paludose , la pavimentazione di strade , la riattivazione dell'Arsenale ed il completo rifacimento di Castelnuovo con l'abbellimento del famoso Arco di Trionfo.
L'ingresso del Mezzogiorno nell'area economica catalano-aragonese ruppe il tradizionale inserimento dei porti meridionali nel quadro della navigazione e del traffico mercantile genovese.
Alla sua morte avvenuta il 27 giugno
Lasciò
Ferrante I (1458-1494) detto il Bastardo : subito dopo l'incoronazione in Calabria scoppiò una rivolta animata dal marchese di Crotone Antonio Centelles, alla quale si unirono altri importanti signori, quali Antonio Caldora, Giosia Acquaviva, il cognato di Ferrante Marino Marzano principe di Rossano e duca di Sessa e Giovanni Antonio del Balzo Orsini principe di Taranto.
Prese avvio così la prima congiura dei baroni che sconvolse il Paese per ben cinque anni. Superata la crisi, il re si sforzò negli anni successivi di conservare la pace e di stringere alleanze e legami di parentela.
Il regno di Ferrante fu ancora travagliato dalla grande Congiura dei Baroni (1485-87).
Alla congiura parteciparono i maggiori membri della famiglia Sanseverino e cioè il principe di Salerno Antonello, che ne fu l'ispiratore, il gran Camerlengo e principe di Bisignano Girolamo, Barnaba conte di Lauria, Carlo conte di Mileto, Guglielmo conte di Capaccio, la contessa Giovanna e il conte di Tursi e a questi si aggiunsero altri esponenti della grande feudalità, il gran Connestabile Pirro del Balzo, principe di Altamura, Pietro de Guevara, gran Siniscalco e marchese del Vasto, Angliberto del Balzo duca di Nardò e conte di Ugento, il duca di Melfi Giovanni Caracciolo, Andrea Matteo Acquaviva, e numerosi altri.
Pricipali attori furono Francesco Coppola, il celebre conte di Sarno, mercante ricchissimo originario di Scala e Antonello Petrucci, segretario del re, con i figli Francesco, conte di Carinola e Giovanni Antonio, conte di Policastro.
Riuniti a Melfi nel corso dell'estate, in occasione delle nozze di Troiano Caracciolo, alcuni baroni furono immediatamente imprigionati, e tra essi i figli del conte di Nola, Orso Orsini.
Il 30 settembre a Miglionico si stipulò una pace aperta alle richieste baronali. Alla pace si arrivò l'11 agosto '86, riconosciuta dai baroni il 26 di dicembre. Però il Coppola e i Petrucci furono condannati e giustiziati, ed i loro beni confiscati. Dal gennaio prese avvio una feroce reazione: i principali congiurati furono arrestati durante una giostra e giustiziati dopo discutibili processi.
Successivamente la monarchia poté godere di un periodo di tranquillità, ma i baroni esuli in Francia premevano sul re Carlo VIII per una spedizione nel Mezzogiorno. Mentre Ferrante si preparava alla difesa , la morte lo colse il 25 gennaio 1494.
Alfonso II (1494), successe al padre senza difficoltà ma con la calata dei francesi di Carlo VIII , Alfonso II, in presenza dei grandi del Regno, abdicò in favore del figlio Ferrandino , e poi, rifugiatosi a Messina, si spense il 18 dicembre 1494.
Ferrante ll (1495-1496), detto Ferrandino dopo gli ultimi tentativi di arginare l'avanzata nemica, si ritirò in Napoli.
Infine al giovane re non rimase che partire per Messina lasciando la capitale alle truppe di Carlo Vlll.
Ferrandino con l'aiuto di Ferdinando il Cattolico risalì il Regno e fu accolto trionfalmente in Napoli. Ma la guerra per la riconquista non era del tutto completata, quando il giovane e coraggioso sovrano, sopraffatto dalle febbri, morì il 7 ottobre del 1496.
Federico zio del defunto sovrano Fernandino e figlio di Ferdinando I detto il Bastardo dovette combattere ancora una volta per riportare alla fedeltà i baroni ribelli, e il 17 dicembre 1497 sconfisse il principe di Salerno Antonello Sanseverino a Diano (I'odierna Teggiano) e gli concesse di imbarcarsi con i suoi a Trani per proseguire alla volta di Francia.
Tornò a Napoli il 16 febbraio del '98 atteso dalla consorte Isabella del Balzo, figlia di Pirro principe di Altamura, ma l'accordo segreto di Granata (11 novembre 1500) stabilì la spartizione del Regno tra Francesi e Spagnoli, e la fine della sua autonomia. Federico, dichiarato decaduto dal pontefice
Alessandro VI (1492-1503) ,si rifugiò a Ischia, da dove partì esule in Francia accompagnato dall'amico Jacopo Sannazaro e si spense il 9 novembre 1504. |
venerdì 19 ottobre 2012
STORIA DELLA CITTA' PARTENOPEA
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