martedì 16 ottobre 2012

RISO

Il riso nero calma le allergie della pelle
Un piatto di riso nero. Secondo una ricerca, mangiare questo cereale aiuta a calmare le infiammazioni della pelle.
Il riso nero, la varietà di origine orientale dal chicco di colore scurissimo, può essere d’aiuto per tenere sotto controllo i disturbi della pelle di origine allergica. Lo rivela una ricerca condotta dagli esperti dell’Agricultural Research Service di Albany, negli Stati Uniti, e pubblicata dalla rivista di ricerca Journal of Aricultural and Food Chemistry. I ricercatori americani hanno studiato su un gruppo di topolini malati di dermatite, l’infiammazione allergica della pelle, gli effetti di un estratto della lolla del riso nero, la “buccia” scura che ne ricopre il chicco. In questo modo hanno scoperto che, rispetto agli altri animaletti che non avevano ricevuto il prodotto, nei topolini trattati con l’estratto la gravità dell’infiammazione della pelle si riduceva del trenta per cento. L’effetto benefico del riso nero, spiegano i ricercatori, si deve proprio alla lolla: la “buccia” del riso è ricca di sostanze che ne bloccano la produzione di istamina, la sostanza che a sua volta causa l’infiammazione.    
Riso in bianco
Per 100 g kcal 380 aumento di peso in grammi 51
Una porzione di 80 g 266 calorie.
 (riso integrale vitamina B1-H) 
Perboiled
E’ il riso non scuoce. Trovi quasta scritta quando i chicchi vengono immersi in acqua calda e poi sottoposti al trattamento a vapore e quindi asciugati con aria calda. Grazie a questo processo il chicco diventa più resistente consentendo al riso di non rimanere sempre “al dente”.
Comune
Ha i chicchi piccoli e tondi adatti per minestre, minestroni e dolci. Cuoce in 12-13 minuti. Le varietà più note: Originario e Balilla.
Semifino
Ha chicchi tondeggianti di media lunghezza, adatti a risi bolliti, supplì, timballi. Cuoce in
13-15 minuti. Le varietà più note: Rosa Marchetti, Padano, Vialone nano, Italico.
Fino
Ha chicchi lunghi e afflosciati, adatti a risotti e contorni. Cuoce in 14-16 minuti. Le principali varietà sono: Ribe, S. Andrea e Europa.
Superfino
Ha chicchi grossi e molto lunghi, particolarmente adatti alla preparazione di risotti. Cuoce in 16-18 minuti. Le principali varietà sono: Arborio, Roma, Carnaroli e Baldo.
Basmati E’ un riso originario dell’India e del Pakistan. Il chiccho è affusolato, dal profumo intenso. Cuocilo pilaf in (forno coperto di acqua finchè non l’ha assorbita completamente).
Salvalaggio Originario del Canada, era la base del nutrimento dei pellerossa. Non è vero riso ma una graminacea (Zizania sativa). I suoi chicchi sono lunghi, sottili e neri. Va raccolto a mano grano per grano: ecco perchè è caro.
Venere E’ un riso cinese caratterizzato dalla presenza di un naturale pigmento nero (che rilascia nell’acqua senza scolorire). Il gusto è intenso. Ed è più ricco di sali minerali del riso bianco.
Sottovuoto
Fa riferimento alla confezione, l’aria viene estratta dal sacchetto e il riso si conserva più a lungo e meglio. Controlla che la busta sia ben aderente.
Aspetto Prendi una bella manciata di riso e spargi i chicchi su un piano. Vedi dei chicchi spezzati? Brutto segno: significa che il riso non è stato lavorato come doveva.
Ci sono chicchi più piccoli della media degli altri? La cottura non potrà essere uniforme: quelli piccoli cuoceranno in meno tempo.
Profumo Sono alcune varietà orientali, come il Basmati, profumano anche da crude. Il riso “normale” ha invece un odore delicato che puoi però sentire solo in cottura. Annusalo mentre cuoce, accostandoti sopra la pentola: deve avere un aroma leggero, di amido. Se sa di rancido vuol dire che è vecchio.
Colore Se prendi del riso italiano (comune, fino, semifino, superfino) deve presentarsi bianco.
Aprilo su un piatto e controlla che non ci siano variazioni di tono (e se ci sono chicchi più scuri, eliminali). E’ lucido? Significa che è stato brillato sottoposto cioè a un ulteriore processo di raffinazione finale, il riso integrale (o sbramato) lo riconosci invece dal colore leggermente ambrato.
Sapore Per testare il sapore del riso devi assaggiarlo una volta cotto. E se vuoi sentirne appieno il gusto, non salare l'acqua di cottura. Fai il confronto con varietà diverse di riso: ti accorgerai che alcune sono davvero insipide e altre hanno un sapore più intenso e gradevole (soprattutto i risi “stranieri”).
E la differenza la troverai anche nel piatto.
IL RISO MINUSCOLA CREATURA
C'è proprio di tutto per la gioia ed il divertimento non solo dei cittadini ma anche degli ospiti che, numerosi, accorrono da ogni parte, e quest'anno anche dall'estero, attratti da
una così singolare manifestazione, che trae le sue origini dalla Garzega, festa popolare ripro-
posta al termine di ogni annata agricola. In una manifestazione del genere non potevano
certo mancare i concorsi gastronomici: il primo "La spiga d'oro" consiste in una sfida al miglior risotto all'isolana tra ristoranti e trattoria del comune. C'è poi il "Palio del Risotto", prova di maggior  bravura nella realizzazione del risotto fra privati cittadini distribuiti nelle cinque "contrade" del Comune. Infine il "Chicco d'oro" che è un concorso gastronomico su scala nazionale tra ristoranti che presentano un menù completo, dall'antipasto al dessert, tutto a base di riso Vialone Nano. Le risaie nel mondo oggi coprono 155 milioni di ettari.
In Italia 190 mila ettari, con una produzione annua che si aggira sugli 11 milioni di quintali, fra Piemonte, Lombardia e Veneto. Il noto giornalista Cesare Marchi ebbe a scrivere a proposito del riso:
 "Minuscola creatura, per la nostra felicità muore annegata tre volte: nell'acqua, nella salsa, nel vino".
Del resto anche i vecchi della zona erano solito affermare
 "il riso nasce nell'acqua e muore nel vino".
Tutte queste notizie le abbiamo apprese, insieme a tante altre, in occasione del 1° convegno sul riso che si è svolta sempre a Isola, durante la manifestazione e che aveva per tema
"Il riso nella storia, nella cultura e nella dietetica". Sarebbe troppo lungo ed anche
abbastanza difficile riassumere i contenuti delle cinque relazioni affidati ad esperti della materia. Però va sottolineato che Isola della Scala è terra particolarmente votata sin dal
1500 alla coltivazione del riso: il Vialone Nano, varietà elaborata nel 1937, ha avuto negli ultimi anni un incremento che a tutt'oggi vede destinati alla coltura del riso 1476 ettari, con una produzione di circa 80.000 q.li annui. Da queste parti il Vialone Nano è stato definito
"L'oro della pianura", e viene mandato perfino ad Hong Kong ed in Brasile. Attualmente
a Isola della Scala operano quattro riserie artigianali, che uniche superstiti della gloriosa tradizione, continuano la loro attività, e cioè quella dell'Azienda Agricola Melotti, quella del "Riso Riccò",  la Riseria Malacchini e la Riseria Ferron. E proprio da Gabriele Ferron
abbiamo avuto tutta una serie di notizie sull'Azienda: la sua origine risale alla metà del XVII secolo. Da documenti dell'Archivio di Stato di Venezia, risulta che la richiesta per
poter costruire la pila fu inoltrata alla Serenissima il 26 aprile 1644. Nel corso dei secoli la "Pila Vecia" fu di proprietà di famiglie appartenenti al patriziato veneto.
I Ferron ne sono entrati in possesso circa un secolo fa. I lavoratori delle pile ancor oggi si chiamano "piloti" e per i Ferron quello del piloto è un mestiere trasmesso da generazione in generazione.
E la "Pila Vecia", a Passolongo di Isola della Scala, è un pezzo di archeologia preindustriale ed un reperto di civiltà che continua. Abbiamo appreso che è possibile da queste parti preparare il risotto in ben 300 maniere diverse. Ne abbiamo avuto una prova concreta intervenendo al "Palio del Risotto": ne abbiamo gustati quindici per l'esattezza, non ne potevamo più! Una serata eccezionale, splendidamente condotta da Itala Savio, che ha
saputo, con grazia e disinvoltura, intrattenere gli ospiti fino alla proclamazione della contrada vincitrice, per la cronaca Borgo Doltra e Vò.
da pizzapress marzo 1995
Sai scegliere tra vialone, balilla e arborio?
Sai come conservarlo? Sai cucinarlo alla creola o pilaf?
Sai che fu un vetraio a inventare il risotto allo zafferano?
Sai che cura tanti malanni?
Sei preziose pagine dedicate al riso.
Da conservare.
I mille segreti
DI UN CHICCO
Risi, risotti e chicche di riso
Le nazioni unite hanno dichiarato il 2004 Anno Internazionale del riso. Perchè questo prezioso alimento è simbolo anche di cultura, storia, salute. Ovunque cresca, dal Sudest asiatico all’Italia, rappresenta l’abbondanza e la fertilità, da vita a deliziose ricette, è alla base di una dieta equilibrata e sana. Scopriamo insieme tutte le sue virtù, per imparare a sfruttarlo al meglio.
In Italia, maggior produttrice di riso in Europa, le prime risaie apparvero tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo nelle zone tra Milano e Vercelli, ancora adesso molto attive. Queste colture ebbero un grande impulso all’inaugurazione nel vercellese del Canale Cavour, nel 1866.
Esordi questi molto più tardivi di quelli asiatici: in Oriente il riso sarebbe già stato coltivato 5-6000 anni prima di Cristo! Forse di fronte a questa constatazione storica, ma meno effetto sapere che da un consumo pro capite annuo che tocca i 170 kg in Laos si passa a una media di soli 5 kg in Italia.
D’altra parte, nella stragrande maggioranza delle aree geografiche orientali, il riso costituisce il fondamentale, o anche l’unico, sostentamento alimentare di popolazioni povere.
Da noi, invece, è solo un cercare tra i tanti, che si è però imposto e si sta sempre più imponendo per il livello di qualità raggiunto, sia come materia prima, sia come ingrediente di prelibate ricette, ottime per il palato ma anche per la salute. Oggi in italia si produce più di 13 milioni di quintali di riso su una superficie di circa 215.000 ettari che, da Lombardia, Piemonte e Veneto si è esteso a Emilia, Toscana, Calabria, Sardegna e, da ultima, Marche. E così da risotto “padano” si è arrivati alla tiella pugliese, alle numerose versioni di risotti marinari, al sartù napoletano e al pilau sardo, solo per citare alcune specialità.
GLI IMPORTATI
Appartengono quasi tutti alla sottospecie indica, con chicchi lunghi, duri e profumati. Di solito vengono sottoposti alla perbolizzazione. Ne deriva una resa ideale per contorni, insalate e piatti freddi.
BASMATI: viene dall’India e dal Pakistan. Ha un tipico aroma di sandalo e resta intatto con la cottura.
PATNA: originario dell’Antico Siam. Oggi coltivato nel Sud est asiatico e in California, fa parte dei perboiled e cotto diventa soffice e delicato. Adatto alle cotture in forno.
VENERE: cibo esclusivo dell’imperatore cinese, oggi si coltiva anche nella Pianura Padana. Integrale, quindi ricco di qualità nutrizionali, è nero e aromatico. Si trova perboiled, è un ottimo contorno, lessato o pilaf.
SELVAGGIO o WILD: il suo nome scientifico è Zizania sativa. Cresce in America Settentrionale, Congo e Asia. Si può cucinare alla creola o pilaf, o mescolato a risi aromatici.
ROSSO CAMARGUE INTEGRALE: viene dal delta del Rodano, da lessare per zuppe, contorni, farcire e dolci.
THAI E RED: riso rosso del Borneo e riso Thai della Thailandia. Molto esotico e speziato.
LONG & WILD: Patina bianco perboiled indonesiano e Wild nero del Canada, dal sapore deciso.
Risò
Preparare il sushi e gustosi piatti freddi a base di riso è facile con Risò, il riso disidratato che si prepara senza uso di fornelli, solo aggiungendo acqua al riso.
Basta versare un bicchiere di acqua per ogni bicchiere di riso e salare a piacere.
Usando acqua calda il riso è pronto per essere utilizzato in mezz’ora; con quella fredda il tempo di reidratazione è un’ora
Risò è ottenuto con un processo di lavorazione naturale, basato solo sull’uso di acqua e vapore, che mantiene intatte le sostanze nutritive del riso.
Oltre alla grande praticità, Risò offre al ristoratore altri vantaggi: non scuoce e ha una resa del 20% superiore rispetto ad altri risi, tanto che 500 g del prodotto bastano per 8 porzioni di riso cotto. Una volta reidratato Risò è utilizzabile a piacere.
Il riso perboiled non è dietetico
Molti sono convinti che il riso perboiled abbia effetti salutistici e sia meno ricco di calorie.
Ma le cose non stanno affatto così, avverte l’Unione Nazionale dei Consumatori.
In realtà, rispetto al riso normale, quello perboiled mantiene un pizzico di vitamine (tiamina) in più ed è più resistente agli attacchi dei parassiti.
Ma il suo valore calorico è analogo: circa 330 calorie per 100 g di riso crudo.

Scoperti riso Ogm: è a rischio?

Poche settimane fa sono state trovate, in alcuni supermercati europei, diverse partite di cereale geneticamente modificato. Subito sono scattate le dovute misure di sicurezza. Fortunatamente non è il caso di allarmarsi troppo. Vediamo perché

Il caso

Una quantità transgenica è arrivata anche in Italia
A settembre (2006) alcuni campioni di riso in vendita nei supermercati di Francia, Svezia, Germania, Austria e Gran Bretagna sono risultati positivi al test attraverso cui si dimostra la presenza o meno di organismo geneticamente modificati. In tutti i campioni in questione – sempre riso a grani lunghi importato dagli Stati uniti – è stata riscontrata la presenza dell’organismo geneticamente modificato Liberty Link 601. Dunque, sugli scaffali di mezza Europa era in vendita il riso LL  Rice 601, un riso transgenico la cui coltivazione e commercializzazione non era mai stata approvata: né dall’Unione Europea né dagli Stati Uniti, se non a fini sperimentali.
A fine settembre, anche in Italia è stata fatta la stessa scoperta: nel porto di Livorno sono state sequestrate 12 partite di riso importato dagli Usa a grani lunghi e almeno 4 di queste (per un totale di quasi sette tonnellate) – era riso long rice e paddy – contengono riso
LL Rice 601.

Una varietà creata per resistere agli erbicidi

Il riso sotto accusa è particolare, perché contiene una proteina geneticamente modificata, la Pat o fosfinotricina acetiltransferasi. In pratica, non è una varietà di riso naturale ma è stata ottenuta con tecniche di ingegneria genetica che vanno a manipolare il patrimonio genetico della semente. Così facendo è stata creata una varietà di riso che, proprio in virtù della presenza di questa proteina, sarebbe in grado di resistere all’attività tossica dell’ammonio glufosinato, l’ingrediente attivo di un particolare erbicida, il Liberty.
Il fatto è che non si conoscono gli effetti che questo tipo di riso gm potrebbe avere sulla salute e sull’ambiente.

Ma autorizzata la sua commercializzazione

La coltivazione di questo tipo di riso era già stata sperimentata negli Usa tra il 1996 e il 1998 ma, rispetto ad altri tipi di riso Ogm, non hanno ottenuto l’autorizzazione alla commercializzazione negli Usa nel 1999, questo non era stato ritenuto sufficientemente interessante e, quindi, scartato. Le cause della contaminazione non sono note.
Si pensa che sia avvenuta in modo accidentale, tra semento Ogm e tradizionali.
Non sembra, invece, verosimile una contaminazione per impollinazione del riso tradizionale coltivato in campo aperto, accanto a campi con colture sperimentali di riso Ogm (il riso è una pianta per lo più autoimpollinante).

Tranquilli la produzione nazionale è sicura

Le partite di riso sequestrate nel porto di Livorno e risultate positive ai test Ogm sono state bloccate, così come vengono controllate e bloccate le partite di riso sospetto importato dall’estero. I consumatori italiano dovrebbero venire rassicurati però anche da altri fattori:
1.  l’Italia, con i suoi 1,4 milioni di tonnellate, è il primo produttore europeo di riso. In pratica tutto il riso che finisce sulle nostre tavole è di produzione italiana;
2.  tutte le varietà di riso coltivate in Italia sono ottenute con metodi tradizionali di selezione e sono iscritte in un apposito registro. Non si corre quindi il rischio di riso Ogm;
3.  a fronte di circa due terzi del totale che vengono esportate all’estero, solo circa lo 0,5% del consumo nazionale di riso viene importato. Si tratta di riso (basmati, thaibonnet) destinati a mercati di nicchia che arrivano per lo più da India, Pakistan, Thailandia e anche dagli Stati Uniti. Tuttavia, le varietà di riso a grani lunghi sotto accusa vengono si importate nel nostro Paese ma, per lo più, per essere lavorate e poi messe sul mercato europeo.
Nessun pericolo imminente per la salute
Chi avesse mangiato del riso contaminato LL Rice 601 ha forse corso qualche pericolo per la salute? No, stando alle dichiarazioni dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma. Nei laboratori dell’Efsa, infatti, sono stati valutati dati scientifici disponibili sul riso in questione. Gli esperti sarebbero giunti alla conclusione che non vi sono elementi sufficienti per effettuare una valutazione del rischio completa.
Tuttavia, sulla base dei dati a loro forniti relativi alla struttura molecolare e alla composizione nonché, dal punto di vista tossicologico, viene ritenuto improbabile che il riso a grani lunghi contenete LL Rice 601 possa dare adito a timori imminenti per la salute dell’uomo o degli animali. In particolare è stato rilevato che:
  1. il riso LL Rice 601 contiene la proteina Pat che già sottoposta ad analisi (l’Efsa sta valutando il rischio di un altro riso geneticamente modificato per cui è stata presentata richiesta di autorizzazione, l’LL Rice 601) non viene ritenuta una sostanza pericolosa per la salute;
  2. per quanto riguarda l’aspetto e la composizione, il riso LL Rice 601  non si differenzierebbe in modo significativo da quello tradizionale, fatta eccezione della proteina Pat;
  3. non è possibile stabilire il livello di esposizione al riso in questione nei vari stati dell’Ue; secondo i dati degli Statunitensi però la presenza di LL Rice 601 in Europa sarebbe bassa (circa lo 0,1% della produzione statunitense sbarcata in Europa);
  4. il consumo di riso a grani lunghi con tracce di LL Rice 601 non costituirebbe un pericolo imminente per la salute;
La questione del riso Ogm sbarcato in Europa senza alcuna autorizzazione ha sollevato comunque parecchi dubbi su come è stata trattata la vicenda, lasciando intravedere innanzitutto tutti gli enormi interessi commerciali (e non solo) che si celano dietro all’approvazione prima, e alla commercializzazione, poi, di organismi geneticamente modificati; in secondo luogo, la difficile convivenza tra colture tradizionali e colture transgeniche. Ecco in particolare i punti più oscuri della vicenda.
  1. ritardi di comunicazione: intercorrono almeno tre settimane tra il momento il cui l’azienda responsabile della produzione di riso LL Rice 601 segnala alle autorità statunitensi dell’avvenuta contaminazione di prodotti a base di riso da parte di riso geneticamente modificato LL Rice 601 e la segnalazione alla Commissione europea da parte delle autorità statunitensi non hanno potuto far altro che dichiarare come non fosse possibile stabilire quanto fosse contaminato il riso, né sapere se il riso contaminato facesse parte del riso esportato verso i paesi comunitari o comunque dove fosse andato a finire. Insomma, di fronte a una situazione di emergenza al di fuori di ogni controllo, non vi è stata alcuna tempestività nelle comunicazioni da parte degli Stati Uniti.
  2. mancato rispetto della decisione dell’Ue di richiedere, di fronte a questa situazione d’emergenza, ai fornitori di riso statunitensi una certificazione sull’assenza di contaminazioni da parte di organismi geneticamente modificati nel riso: le autorità statunitensi non sono state in grado di fornire garanzie circa l’assenza di Riso LL Rice 601 importato dagli Usa nell’area Ue.
  3. il dipartimento dell’Agricoltura statunitense e la Food and drug administration (l’autorità statunitense di vigilanza sugli alimenti e sui farmaci) avrebbero confermato che, dopo aver esaminato i dati scientifici disponibili sul riso contaminato da LL Rice 601, non emergerebbero elementi di preoccupazione per la salute umana, la sicurezza alimentare e l’ambiente connessi al riso in questione. In realtà, proprio a  questo riso, anni addietro era stata negata l’autorizzazione alla commercializzazione a causa di numerosi ed evidenti dubbi sulle conseguenze che avrebbe potuto comportare sul tema di sicurezza alimentare sanitaria e ambientale.
  4. l’atteggiamento discutibile, da un lato da parte dell’azienda tedesca produttrice del riso che a contaminazione avvenuta avrebbe fatto domanda formale al dipartimento dell’Agricoltura statunitense, che nel tentativo di correre ai ripari per una vicenda sfuggita di mano, sarebbe ora improvvisamente orientata a concedere una autorizzazione, anche in assenza di elementi scientifici fondamentali e dati essenziali  perché possa essere presa una decisione corretta in merito.
  5. la falsità della dichiarazione circa l’assenza di Ogm: a Rotterdam sono state scoperte sue partite di riso arrivato dagli Stati Uniti che erano state certificate come non Ogm. On verità, questo riso sarebbe risultato positivo al test che rivela la presenza di Ogm. Il fatto viene ritenuto molto serio in quanto l’etichetta Ogm-free dovrebbe essere una garanzia dalla totale sicurezza del prodotto.
  6.  poco condivisibile è stato anche l’atteggiamento dell’azienda  governativa indipendente inglese (Food standards agency) che dovrebbe garantire la sicurezza alimentare, ma che, in realtà, non solo non avrebbe richiesto il ritiro dagli scaffali dei supermercati del riso contaminato con riso geneticamente modificato LL Rice 601, pur in mancanza delle autorizzazioni nazionali ed europee necessarie.
Le misure prese dall’Ue
Dato che il riso LL Rice 601 non ha ricevuto alcuna autorizzazione alla sua immissione in commercio da parte dell’Ue e, in virtù della presunzione di rischio che una pianta transgenica non autorizzata possa comportare per la salute, l’Ue ha adottato alcune misure d’emergenza mirate a impedire la commercializzazione del riso sotto accusa. Queste misure sono rese necessarie anche per il fatto che non è possibile sapere in che misura il riso che è stato importato o che arriverà dagli Usa possa essere contaminato da LL Rice 601. ecco quali sono state.
  1. richiesta di un rapporto analitico che attesti come alcune varietà di riso che vengono importate dagli Stati Uniti – si tratta di riso a gnai lunghi lavorato, semilavorato e semigreggio – non siano contaminate da LL Rice 601. il rapporto analitico deve essere stato rilasciato da un laboratorio accreditato.
  2. in mancanza del rapporto analitico,  diventa indispensabile far sottoporre all’apposito test il riso in questione per dimostrare che non contiene LL Rice 601; in attesa dell’esito dei test il riso non può essere commercializzato.
  3. campionamento casuale e analisi da parte dei singoli stati membri della partita di riso che può essere commercializzato.
  4. spetta a ogni singolo stato il compito di bloccare la commercializzazione o di ritirare dal mercato eventuali partite risultate positive al test Ogm.
A giustificazione dei provvedimenti presi dall’Ue intervengono, oltre al principio di precauzione, diversi fatti. I principi sono: all’interno dell’Unione europea nessuna alimento e mangime geneticamente modificato può essere messo in commercio a meno che non sia stato autorizzato. Questa autorizzazione viene rilasciato solo se è stato possibile dimostrare, in modo adeguato e sufficiente, che il prodotto Ogm in questione non ha alcun effetto nocivo sulla salute umana, su quella animale e sull’ambiente; al momento, all’interno dell’Unione europea non sono autorizzati risi geneticamente modificati, mentre esistono autorizzazioni per la coltivazione di 13 diverse varietà geneticamente modificate relative alle piante di garofano, di mais, di soia, di tabacco, di cicoria e di colza. Bisogna tuttavia, sottolineare che l’Italia ha vietato anche la coltivazione di queste piante per scopi commerciali.
C’è stato anche il caso de riso cinese
Purtroppo il caso del riso Ogm americano non è l’unico che, recentemente ha toccato da vicino l’Unione europea: solo poche settimane prima in alcuni supermercati di Francia, Inghilterra e Germania era stato trovato riso di provenienza cinese geneticamente modificato. Anche in quel caso, l’alimento era privo di tutte le autorizzazioni necessarie alla commercializzazione. Anzi bisogna precisare che: si tratta di una varietà di riso Ogm ancora in fase sperimentale; è un riso Ogm la cui coltivazione non è mai stata autorizzata nemmeno nei paesi di origine, ossia in Cina;
conterrebbe la prototossina Cry1Ac, una sostanza che esercita un’azione negativa notevole sul sistema  immunitario (di difesa)  dell’organismo scatenando una forte reazione allergica. La conferma si è avuta da esperimenti sui ratti di laboratorio.
Come tutelarsi dalle truffe
Senza voler entrare nel merito della questione se gli Ogm comportino una serie di vantaggi e benefici oppure se rappresentino un pericolo per la salute e l’ambiente, è fondamentale che venga rispettato il diritto del consumatore di poter sciegliere se mangiare prodotti contenenti o meno organismi geneticamente modificati. Per questo, è indispensabile, alla luce di quanto accaduto, che i consumatori vengano tutelati con una serie di provvedimenti come suggerito dalla Coldiretti. In particolare da: intensificazione dei controlli alle frontiere sui risi di importazione. I controlli dovrebbero venire eseguiti non solo su alcuni campioni, ma su tutte le importazioni; rintracciabilità dei prodotti: per assurdo non è possibile sapere da dove e come possa accadere la contaminazione del riso statunitense. Per questo sarebbe utile introdurre l’obbligo di indicare la provenienza del prodotto Ogm direttamente sull’etichetta. Attualmente, invece, viene indicato solo il prodotto dove viene confezionato; acquistare solo riso italiano che sicuramente non è Ogm. Il Ministro della salute, ha da parte sua, invitato l’Enterisi (Ente Pubblico a tutela del settore risistico) ad adottare il marchio con tre chicchi di riso tricolori e la scritta “riso italiano” oppure ad applicare sulle confezioni l’etichetta no Ogm.
Il fatto che si trattasse di un riso per cui l’Unione europea non aveva rilasciato alcuna autorizzazione alla  commercializzazione all’interno dei paesi comunitari è significativo. Implica che per questo riso mancavano i requisiti è cioè elementi sufficienti perché potessero essere valutati tutti i rischi connessi. Insomma non si conoscono con certezza quali possano essere gli effetti di questo alimento sulla salute ma, proprio perché mancano informazioni, si presume che possa comportare qualche rischio. Pertanto il cereale in questione non aveva né richiesto né tanto meno ottenuto alcuna autorizzazione.
Gli effetti degli organismi geneticamente modificati, possono verificarsi fenomeni di ibridazione anche naturale o fenomeni di contaminazione accidentale. Il processo naturale di coltivazione di organismi geneticamente modificati non è sempre controllabile. Ed è per questa ragione che nel nostro paese l’idea di far coesistere colture diverse, ossia da una parte le coltivazioni tradizionali e biologiche e dall’altra quelle geneticamente modificate – come del resto l’Unione europea vorrebbe – è piuttosto difficile: gli spazi sono ridotti  e il rischio di contaminazione è elevato. Probabilmente qualche chance in più vi è negli Stati Uniti dove l’ampiezza dei campi supera i duecento ettari.
Gli effetti degli organismi geneticamente modificati si possono vedere sul lungo periodo. L’organismo non è abituato a ingerire determinate sostanze e, quindi,  come risposta a questi organismi del tutto nuovi, potrebbe avere una reazione allergica o intolleranze, potrebbero anche insorgere, come conseguenze, malattie dell’apparato digerente oppure malformazioni, come si è visto accadere nei ratti di laboratorio sottoposti a un’alimentazione a base di prodotti Ogm. Si tratta di effetti né visibili né immediati, ma questo non ci consente di affermare che gli Ogm facciano bene alla salute.
Certo, il riso italiano non è geneticamente modificato né è ammessa la sua coltivazione. Addirittura nella stessa Europa non sono stati depositati brevetti per la coltivazione del riso geneticamente modificato.

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