Perché ci sono cognomi
comunissimi e altri rari?
Nella diffusione dei cognomi il caso gioca una parte importante, ma ci sono anche altre spiegazioni. Innanzitutto sono numerosi i cognomi che derivano dai nomi di persona più diffusi all’epoca della formazione dei nomi di famiglia, come De Luca. Nella storia, inoltre, hanno sicuramente avuto un vantaggio i cognomi con più significati: “Rosso” era il soprannome di chi aveva barba e capelli o la pelle di quel colore, ma era anche un nome di battesimo. Inoltre, va considerato l’influsso dei dialetti: mentre il nome Martino è rimasto tale in tutta Italia, dando origine ai cognomi (diffusissimi) Martinelli e Martini, il nome Giovanni si è frammentato in Gianni, Zuan, Zane, Zanni, Nanni, Vanni, Ianni, Scianni (con centinaia di forme suffissate o composte) e dunque i cognomi che ne derivano sono assai numerosi, ma nessuno ha raggiunto un’altissima frequenza. Infine, vanno considerati i valori demografici: negli ultimi decenni la popolazione del Sud d’Italia è aumentata più che al Centro-nord, e per questo anche i cognomi meridionali sono cresciuti in proporzione.
Proprietario di una falegnameria
Segala Renzo
Vivaio
“Pino e Fiorella”
Perché alcuni cognomi si pronunciano in 2 modi?
Perché esiste una pronuncia etimologica, originaria, e un’altra che si è imposta nella lingua parlata. Il cognome veneto “Salgari”, per esempio corrisponde a saligari (che ricorda la pianta del salice) ma altrove è prevalsa l’accentazione sdrucciola (cioè sulla terzultima sillaba, che in questo caso è anche la prima). Anche il cognome Cagliari, non ha nulla a che fare con il capoluogo sardo, ma è Cagliàri, cioè Callegari (calzolai). E Baresi non centra con Bari, ma viene da un paese del Bergamasco. Bàresi; in effetti si riscontra solo nel cuore della Lombardia e andrebbe accentato sulla prima sillaba. Nel Nordest, l’influenza della dominazione austriaca ha contribuito ad arretrare gli accenti: così si dice Fògar anziché Fogàr (focolare) o Trèvisan anziché Trevisàn (trevigiano). Altri esempi, scelti tra cognomi noti: non Cossìga ma Còssiga (Còrsica); non Augias ma Aùgias (aguglia); non Àgnes ma Agnès; non Quasimodo ma Quasimòdo (dalla liturgia della domenica dopo Pasqua: “quasi modo…”); non Sagràmola ma Sagramòla (costrizione sacra), non Bènetton e Sànson ma Benettòn e Sansòn con la “o” chiusa (Benettone, Sansone.
I cognomi “primatisti”
I cognomi più diffusi nelle 103 province italiane? Al primo posto, Rossi (22 province), poi Ferrari (11), Russo (7), Colombo (5), Fabbri e Ferrero (3), mentre D’Angelo, Esposito, Greco, Sanna e Semeraro sono i primi in due province ciascuno.
I significati: Rossi come Russo e Lorusso, ricordano il colore di barba e capelli degli avi. Ferrari e Fabbri, come Ferrero, Ferraris e Favre rimandano al mestiere di Fabbro, Esposito, Colombo e spesso anche D’Angelo, alludono a un’originaria condizione di trovatello.
I confini invisibili
“Dentoni” in Sardegna…
…Il cognome Sanna significa dente sporgente “zanna”. Mentre Greco indicava una provenienza, e Semeraro un mestiere, il trasportatore (da “soma”).
Bello post amico mio. Dio ti benedica. Ci mancherai tanto . Ora tocca a Blogare in cielo. Ciao Enzo.
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