mercoledì 17 ottobre 2012

MOTTA DI LIVENZA

Apparizione
“Bon dì e bon anno”
Con queste parole una giovinetta salutò il contadino Giovanni Cigana il 9 marzo 1510. “…dopo queste parole, per interna ispirazione compresi che quella Giovane con la quale parlavo era le beata Vergine. Preso da profonda venerazione, mi gettai in ginocchio davanti a Lei. Ed essa, nel medesimo istante, s’alzò in piedi e standomi diritta dinanzi, mi disse d’imporre alla mia famiglia di digiunare per tre sabati consecutivi. Così pure avrei dovuto dire, a tutti quelli che avrei incontrato, di digiunare per tre sabati a lode di Dio e di Lei. Mi diede anche un comando: per nove giorni consecutivi dovevo girare per città, castelli ville e annunziare a tutti e convincere la gente a digiunare per tre sabati. Se qualcuno m’avesse chiesto il perché del digiuno o della storia dell’apparizione, avrei dovuto raccontare a tutti ciò che era accaduto. Mi disse che nel luogo dove era apparsa doveva essere costruita una basilica in tavole, perché il popolo potesse in quei giorni santi pregare. In seguito avrebbero eretto una chiesa insigne. Di fronte a questo comando esposi le mie difficoltà: Madonna nessuno non me vorrà creder, ne dar fè.
E lei rispose: guardarè questa sera el sole che vedereti segnal da creder. E mi metarò bon per el paese in cor ai homeni, che ve crederà.
Dette queste parole, la Giovane mi diede la sua benedizione e, mentre stavo alzandomi, ero infatti rimasto in ginocchio, scomparve dai miei occhi e non la vidi più.”     
Citazione da. La Madonna dei Miracoli in Motta di Lievnza di P.D. Meda
Basilica della Madonna dei miracoli.
La Madonna dei Miracoli, Santuario, Cripta.
La basilica
La Basilica della Madonna dei Miracoli rappresenta un edificio importantissimo per la devozione popolare; costruita a seguito dell’apparizione della Beata Vergine Maria a Giovanni Cigana il 9 marzo 1510, è situata all’incrocio tra la strada di Reigole e quella per Motta. L’architetto francescano Padre Zorzi “Procuratore della Fabbrica” seguì la direzione dei lavori tra il 1510 e il 1514 grazie alle offerte dei devoti. La Basilica è a pianta longitudinale con tre navate sostenute da pilastro ottagonali, la copertura della navata centrale è a capriate decorate. Consacrata nel 1513 divenne Basilica minore nel 1875 e Monumento Nazionale nel 1877. Nel 1926 viene ampliato il coro e introdotto un grande organo. Accanto alla Basilica si trova il convento dei frati Francescani, con due chiostri e un cortile lastricato.
Del convento fanno parte il cimitero storico dei frati ed il relitto di un antico bosco planiziale.
Di notevole interesse il museo della basilica, un prezioso archivio ed una biblioteca ricca di volumi, alcuni dei quali di valore storico. 
Duomo di San Nicolò.
San Nicola di Bari, Pietro Malombra. Motta, Duomo.
Il duomo
Piazzetta Duomo, punto di riferimento per ammirare il Duomo di San Nicolò, e probabilmente coeva alla realizzazione del castello (963) che rappresenta la prima edificazione della Chiesa dedicata a San Nicolò, santo vescovo di Mira.
La Chiesa, già attiva nel XIII sec., acquisì nei secoli successivi sempre più importanza come chiesa dei Da Camino e del Podestà; nel 1516 iniziò l’opera di riedificazione che si protrasse in varie fasi fino alla consacrazione a Chiesa Parrocchiale nel 1672. Due date significative furono il 1545, quando venne edificato il campanile, in mattoni e pietra d’Istria, fortemente ispirato al “veneziano” campanile di San Marco, ed il 1558, data di inizio della facciata. L’opera risultò costosa, dal magnificente stile rinascimentale, con archi e pilastri che suddividono la navata centrale, voltata a botte, delle navate laterali, più piccole a volta a crocevia.
L’intervento del veneziano Andrea Buora fu determinante nelle definizione stilistica e progettuale dell’edificio; altri famosi maestri intervennero per l’abbellimento della chiesa: Pietro Malombra con la sua pala dell’altare maggiore, configurante la gloria del Redentore con san Nicolò (1597); Pomponio Amalteo, G.B. Canal, Leandro da Bassano, Francesco Zugno, allievo del Tiepolo, e G. Diziani con i suoi famosi tondi dei Misteri del Santissimo Rosario. Sul braccio breve della croce interna è collocato un importante organo del Callido. Due monumenti funerari ricordano i mottensi Antonio Scarpa e Girolamo Aleandro. Quest’ultimo cardinale e diplomatico dello Stato della Chiesa, fu noto umanista ed insegnante alla Sorbona di Parigi durante il regno di Luigi XII.      
Motta per una visita al centro storico ed al Santuario della Madonna dei Miracoli.
La Livenza
Sfruttato da Motta già in epoca medioevale come asso di scambio commerciale con Venezia, il Livenza nasce in Friuli ai confini con il Veneto ed è un fiume quasi tutto navigabile, molto pescoso, con interessanti oasi naturalistiche e un bellissimo percorso ciclabile che lo fiancheggia. Considerata la forte valenza turistica del Livenza, diversi sono i viaggi in barca organizzati lungo il suo corso. Tra questi va segnalato il percorso che da Caorle porta a Motta di Livenza, lungo il quale oltre a godere dell’incantevole e sempre mutevole paesaggio circostante, è possibile effettuare piacevoli soste: a Ca’ Corniani tipica borgata rurale; a Boccafossa di Torre di Mosto per visitare il museo ambientale o quello etnografico; a Villa Rieti Rota ristorante enoteca, sede di Veneto Agricoltura, recentemente restaurata; e ancora a
Municipio, Palazzo Torresin, P.zza Luzzati.
Palazzo Buso
P.zza Luzzati.
Centro storico
Non si può dire di aver visitato Motta se non si fa una sosta alla Basilica e viceversa. Attraverso Viale Madonna fiancheggiato da signorili ville ed importanti spazi verdi, si percorre l’arteria principale che da sempre unisce la Basilica al centro di Motta. Il “cuore” cittadino è rappresentato da in insieme di vie pedonali e Pazze (P.zza Luzzatti, P.zza dei Grani, P.tta Lucchesi, P.tta Predonzani) recentemente rivisitate con una nuova progettazione che prevede il Palazzo Municipale, il Palazzo della Loggia ed il cinquecentesco “Torresin”. Attraverso via Contarina, dietro il Municipio, si arriva a Piazza del Duomo che con il suo insieme di edifici, sorti nel primo nucleo cittadino intorno all’anno Mille, rappresenta un complesso di notevole valore architettonico, storico e religioso.  
Sedi espositive
La Loggia Comunale
Situato in pieno centro storico, l’edificio del XIII secolo si affaccia su Piazza dei Grani. Dal 1438 al 1797 fu sede Podestarile e dell’assemblea comunale. In seguito fu adibito a piccolo teatro ed infine a sede espositiva.
La Castella
Posta a ridosso dell’antica cinta muraria, tuttora in parte visibile e che difendeva “La Motta” (rialzo in terra) sorta alla confluenza dei fiumi Livenza e Monticano, la Castella è l’edificio più rappresentativo del primo nucleo insediativo di Motta di Livenza. Datata 1400 è stata la dimora dei vari governatori della città. Di particolare pregio la facciata anteriore con le finestre  a volta, lo splendido balcone in pietra d’Istria e gli affreschi di Pomponio Amalteo.   
Le ex prigioni
Sempre all’interno del complesso murario, rivolte verso piazza Castello, le ex prigioni risalgono al XVI secolo; l’edificio storicamente adibito a carcere, si integra perfettamente nel contesto storico-architettonico che lo circonda. La scritta “Vietato l’ingresso ai detenuti”, tuttora leggibile su una facciata, ammoniva i condannati ad entrare dalla parte opposta.
Fondazione Giacomini.
Palazzo Giacomini
La Fondazione Ada e Antonio Giacomini nasce nel 1966, per gestire il patrimonio di famiglia e promuovere iniziative culturali nella città di Motta. Al suo interno la Biblioteca e il Museo con una splendida collezione di arredi, dipinti, disegni e stampe in gran parte acquistati da Antonio Giacomini (1862-1929), al tempo alto dirigente della Banca d’Italia. Tra le opere di notevole interesse troviamo lo studio preparatorio per la donna con il bambino del Quarto Stato, di Pellizza da Volpedo (168-1907), una delle opere più note della pittura italiana tra ‘800 e ’900. Il quadro di grandi dimensioni, fu realizzato tra 1898 e 1901, e il disegno preparatorio, l’unico realizzato su tela, fu anche il primo della serie dedicata al Quarto Stato. All’interno della Collezione vanno inoltre segnalate. Un’altra opera dell’artista, intitolata Giovani donne con bambini sull’erba; diversi dipinti religiosi (XVI-XVIII sec.) come la piccola Madonna con il Bambino di scuola lombarda (prima metà del XVI), un’importante dipinto di Giuseppe Brusaferro (1679-1745); le opere di Lazzarini (1655-1730), del Pajetta (1845-1911), due preziose sculture del Trentacoste (1856-1933); e altre numerose opere. Si possono ammirare infine ceramiche del ‘700 e dell’’800, pregevoli arredi e tappeti del ‘700. Palazzo Giacomini ha acquisiti recentemente l’importante archivio storico musicale del maestro Granzotto dedicato principalmente al grande musicista mottense Andrea Luca Luchesi (1741-1801) l’insegnante di Ludwig van Beethoven e Wolfgang Amadeus Mozart.

Nessun commento:

Posta un commento