IL CRISTO DEGLI ABISSI E’ RISORTO DOPO CINQUANT’ANNI
Inagurato nel 1954, nessuno si era curato della sua salute. Fino al 2002, quando un sub vide una mano mozzata. Dopo otto mesi di pulizia, il bronzo è ritornato come una volta. E adesso può essere ammirato all’asciutto, prima che torni sott’acqua nella baia di San Fruttuoso.
Opera di Guido Galletti.
Abbazia di San Fruttuoso (Liguria): la sua singolare posizione la rende raggiungibile solo a piedi o via mare.
Una parte dei sotterranei dell’Abbazia ospita le tombe di alcuni membri della nobile famiglia feudale dei Doria.
L’abbazia si trova in Liguria, presso Camogli. Il santo è venerato anche a Terragona, in Spagna, e ha ispirato un importante Giubileo.
Se un itinerario turistico tra Barcellona e Terragona dà la possibilità al viaggiatore di godere di insuperabili spettacolo della natura e dello splendido rigoglio dell’architettura cistercense, da Montserrat Santes Creus, a Vallbona de Los Monges, a Poblet, per tutto l’arco dell’anno 2008, sarà anche molto interessante rendersi conto dello stretto contatto esistente fra Italia e Spagna attraverso il grande Giubileo di San Fruttuoso.
Questo Giubileo, che è stato aperto solennemente a Terragona si riferisce al martirio, avvenuto nell’anfiteatro di quella città, del Santo che si venera nel monastero ligure di San Fruttuoso (Camogli) il piccolo borgo immerso nel Parco Naturale Regionale di Portofino. Il monastero è legato alla leggenda secondo la quale il vescovo Fruttuoso, morto sul rogo insieme ai diacono Eulogio e Augurio, apparve in sogno a cinque monaci e indicò loro il luogo, sulla costa ligure, in cui dovevano essere sepolti i suoi resti, luogo che doveva essere indicato da tre segni: un drago feroce, una caverna e una limpida fonte d’acqua. I monaci, guidati da un angelo, arrivarono sugli scogli di Capodimonte, dove trovarono il drago, che fu affondato e annientato dall’angelo, e lì scoprirono anche la caverna e la limpida fonte. San Fruttuoso è senz’altro l’abbazia più famosa della Liguria, nota soprattutto per la sua incredibile posizione, a ridosso della spiaggia e raggiungibile soltanto a piedi o via mare (ciò che forse ha salvato questo luogo da ogni contaminazione).
Il profilo del complesso, che risale al X secolo, risulta oggi contrassegnato dalla stupenda loggia dell’edificio monastico e dalla Torre dei Doria, costruita circa cinquecento anni dopo per avvistare in tempo i pericoli provenienti dal mare e per ospitare la guarnigione di difesa. Terragona dunque, con la sua grandiosa cattedrale in cui è compresa una cappella intitolata a San Fruttuoso, si appresta ad accogliere numerosi turisti e pellegrini che andranno a rendere omaggio a chi subì il martirio nell’anfiteatro della città. Ma a Terragona può essere anche punto di partenza per un percorso devozionale decisamente particolare, attraverso molti monasteri cistercensi. A circa quaranta chilometri da Barcellona ecco Montserrat con la sua atmosfera di intensa devozione, e con la natura rigogliosa del vastissimo parco dominante dall’alto il monastero è raggiungibile con una cremagliera.
Ed è così possibile godere lassù di quello spettacolo naturale, dalla vegetazione ricca ed esuberante (nonostante i numerosi incendi) di alberi, piante e arbusti aggrovigliati alle rocce, nella piacevole condizione climatica data dall’altitudine del 1.000 metri , tra avallamenti ombrose e rupi assolate, dove vivono tranquilli gli animali del bosco: (cinghiali, tassi, donnole e volpi) mente volano in alto le aquile.
L’architettura del complesso si staglia contro la parete rocciosa estremamente frastagliata così come l’avrebbero “segata” gli angeli! E infatti eccoli i due angeli che reggono lo stemma di Montserrat su di una mensola del chiostro gotico e nello stemma si vede la sega, con quegli stessi angioletti avrebbero appunto tagliato la montagna, per erigervi il monastero.
Furono la particolare conformazione e la posizione elevata che determinarono la scelta di Montserrat come luogo particolarmente adatto all’eremo.
È difficile esprimere quanto sia particolarmente toccante ascoltare ancora oggi nel grande tempio eretto alla Madonna di Montserrat, il coro della più antica “Escolania” in Europa: le splendide voci bianche di oltre cinquanta giovani cantori a cui è affidata un’antichissima tradizione. E proprio il 29 aprile scorso la Chiesa si Santa Maria in Monserrato, nel pieno della Roma rinascimentale, a poca distanza da Palazzo Farnese e dal Palazzo della Cancelleria, ha accolto un bellissimo concerto le note di questa prestigiosa “Escolania”, nota ormai in tutto il mondo.
I ragazzi vivono la propria esperienza scolastica a Montserrat, aggiungendo il canto alle diverse discipline di una normale scuola dell’obbligo (dagli otto ai quattordici anni), rientrando in famiglia ogni fine settimana; ed è bello vederli nei momenti liberi rincorrersi nel piazzale, formicolante di turisti devoti, e giocare a pallone ed applicare nel migliore e più giocoso dei modi l’originale regola benedettina, affine a quella dell’Ordine Cistercense dei monaci che reggono il monastero di Montserrat.
E l’attuale comunità dei monaci si adopera per dare un’accoglienza completa ai numerosissimi pellegrini che affluiscono quotidianamente, dando loro assistenza ai numerosissimi pellegrini che affluiscono quotidianamente, dando loro assistenza sia sul piano devozionale (con le numerose cerimonie in basilica), sia sul piano ricettivo (con la bellissima struttura annessa) sia su quello culturale (con il ricco museo, che accoglie non solo oggetti di culto e arredi sacri, ma anche un notevole patrimonio pittorico con quadri celebri, fra cui anche un Caravaggio).
E si può proseguire verso Poblet, il centro sorto nel 1151 quando il conte Ramon Berenguer IV cedette all’abbazia di Fontfreda, vicina a Narbonne, alcune terre della conca di Barberà, per la costruzione di un monastero cistercense. Fin da quegli inizi l’economia del complesso si basava sul principio dello sfruttamento delle fattorie (alla fine del secolo XII ne erano presenti ben 17), ma più tardi si cominciarono a comprare i diritti dominicali di paesi e circoscrizioni municipali, poiché si era impoverito il numero dei convertiti. Proseguendo per l’itinerario, è molto emozionante assistere a un bel audiovisivo sulla vita che si svolgeva a Santa Creus; questo monastero riproduce con fedeltà la pianta di costruzione originaria, ossia all’epoca di San Bernardo. Poco oltre, , l’altro monastero di Santa Maria de Vallbona, dove è possibile pernottare. Dopo aver ascoltato i Vespri in cattedrale, si possono scambiare due parole con le attive, monache che si occupano dell’ospitalità in modo pregevole.
E infine un cenno a Poblet, il complesso che raggiunse il massimo splendore nel secolo XIV, con sette baronie raggruppanti 60 paesi, con un gruppo di 10 piccole cittadine dipendenti dal cenobio.
Da questo grande potere economico nacquero le costruzioni e gli arredi come la magnifica biblioteca, ricca di manoscritti e stampati antichi di grande pregio e lo scriptorium o la grande torre dell’Orologio, fatta costruire dal duca di Cardona.
Durante i secoli, con alterne vicende, il monastero a volte si allontanò dalla rigida vita monastica, assumendo grande fasto e ricchezza; oggi però l’abbazia presenta una vita conventuale molto attiva, con una trentina di monaci che mantengono vivo l’ideale cistercense, facendo di Poblet un grande centro di attrazione spirituale.
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