mercoledì 29 agosto 2012

AGRUMI

Il sole in un frutto

Belli, buoni, profumati. Agli agrumi non si può chiedere di più. Forza, allora, cosa aspettiamo ad assaggiarli?
Un consumo quotidiano di circa 120 grammi di arance e pompelmi o mandarini garantisce il giusto apporto di vitamina C.
Le buone arance rosse
      nemiche delle malattie
Oltre al contenuto vitaminico, questi agrumi hanno altre sostanze collegate ad una azione benefica e salutare.
Sono in grado di contrastare la diffusione di patologie gravi, come le malattie cardiovascolari e i tumori.
Una bella pianta di Arancio. La specie fu introdotta in Europa e in Italia nel secolo XV dai portoghesi, ma è originaria della Cina.
L’importante ruolo degli agrumi nel rapporto tra alimentazione e salute veniva finora attribuito, quasi unicamente al loro notevole apporto di vitamina C.
Recenti acquisizioni scientifiche, però, hanno messo in evidenza nuove proprietà salutistiche grazie alla scoperta di sostanze che forniscono a questi frutti una nuova immagine collegata alla loro azione salutare.
È in particolare sulle arance e sulla loro produzione che si è focalizzata l’attenzione dei ricercatori in tal senso. L’arancio è l’agrume più diffuso nel mondo dove se ne coltivano centinaia di varietà; l’Italia si pone al quinto posto nella produzione mondiale, superata solo dal Brasile, dagli Stati Uniti, dal Messico e dall’India.
Le diverse tipologie
I frutti dell’arancio possono essere a polpa bionda (ovale, biondo comune, novellina e valendia)o a polpa rossa, colore dovuto ai pigmenti antiocianici in essi contenuti.
I passato, le arance bionde venivano preferite dai consumatori sia per il consumo diretto come frutto sia come succhi di frutta preparati in casa o prodotti industrialmente. Era talmente grande la preferenza del consumatore verso le arance bionde ed i succhi da essi ottenuti, soprattutto verso il mercato estero, che l’industria di produzione dei succhi di frutta era costretta ad applicare soluzioni tecnologiche soluzioni tecnologiche idonee a consentire l’eliminazione degli antociani dalle arance rosse; in pratica a trasformare il succo rosso in biondo.
Solo nel corso degli ultimi vent’anni si sono verificati profondi e sostanziali mutamenti nel mondo agrumicolo italiano, con una notevole riduzione del consumo e della produzione di arance bionde (varietà biondo comune) a vantaggio delle cultivar pigmentate, quali Moro, Tarocco e Sanguinello.
È interessante far rilevare come questa varietà a polpa rossa possono essere coltivate producendo frutti che sviluppano pienamente le loro peculiari caratteristiche organolettiche e nutrizionali solo in un ben delimitato territorio della Sicilia orientale, tanto da consentire a questa produzione di fregiarsi del titolo di “Arancia rossa di Sicilia Igp” ovvero un’Indicazione Geografica Protetta da parte dell’Unione europea.

Caratteristiche dell’arancia rossa si Sicilia Igp

Moro. Originatasi nell’ambito dell’agrumicoltura lentinese, la sua diffusione è avvenuta nelle aree arancicole delle provincie di Catania e Siracusa. La maturazione inizia ai primi di dicembre, ma i frutti raggiungono le migliori caratteristiche organolettiche circa un mese dopo. I frutti sono di calibro medio con forma variabile tra la sferica e l’ovoidale; la buccia è di colore arancio con sfumature rosso vinose, abbastanza acidula.
Il colore del succo è sanguigno per la presenza di pigmenti (antociani) nella polpa e nella buccia. La resa del succo è elevata ed il sapore molto gradevole.
Tarocco. Probabile mutazione del comune Sanguinello scoperto in un agrumeto di Francofonte (Agrigento) tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. la maturazione dei frutti negli agrumeti in collina e ben esposti inizia verso la metà di dicembre e termina, nelle aree più tardive, verso i primi giorni di aprile.
I frutti sono di grosso calibro con forma sferico-ovoidale; la buccia è di colore giallo-arancio con sfumature rosse.
La polpa, priva di semi, è giallo-arancio con pigmentazioni rossastre, mediamente succosa e di sapore eccellente.
Sanguinello. Di origine sconosciuta, è presente da lungo tempo nelle aree arancicole delle provincie di Catania e Siracusa. Insieme al Sanguinello moscato, rappresenta la più importante cultivar italiana di media stagione che, dopo Moro e Tarocco, prosegue e chiude la campagna delle arance pigmentate.
La maturazione inizia a febbraio ma il grosso della raccolta avviene tra marzo e aprile.
I frutti sono di calibro medio con forma oblunga o sferica; la buccia è di colore arancio intenso con sfumature rosse.
La polpa, senza semi o quasi, è di colore arancio con screziature sanguigne, molto succosa e dal sapore eccellente in piena maturazione.

Capacità antiossidante

Sin dagli Anni ’60 diversi studi sulle abitudini alimentari hanno messo in evidenza come gli abitanti delle zone costiere del Mediterraneo presentavano un’incidenza delle malattie cardiovascolari notevolmente inferiore rispetto alle popolazioni del Nord Europa.
In un primo momento la ridotta mortalità cardiovascolare fu correlata alla minore quantità di grassi di origine animale della dieta mediterranea, ovvero alla minore ipertrigliceridemia, noti fattori di rischio.
Successivamente si ipotizzò che questo ridotto tipo di mortalità fosse correlabile anche al consumo di altri alimenti, quali olio di oliva, frutta e verdura. Altri studi epidemiologici hanno messo in evidenza i positivi effetti del consumo di questi tipi di alimenti non solo sulle malattie cardiovascolari, ma anche sull’incidenza di alcuni tumori.
La raccolta di questi dati è stata inoltre collegata al fatto che nei prodotti vegetali sono presenti fattori protettivi dotati di attività antiossidante, in grado di proteggere l’organismo dai danni ossidativi riconducibili all’azione dei radicali liberi.
A tal riguardo, è emerso come l’arancia rossa sia, tra la frutta, quella di maggior potere antiossidante, come la quantità di vitamina C determini, entro certi limiti, il potere antiossidante e come entrino in gioco anche altre sostanze quali fattori protettivi.

Attività antiossidante

La varietà di arance rosse che crescono esclusivamente solo in Sicilia, differiscono dalle varietà di arance bionde per le seguenti caratteristiche:
-          presenza di pigmenti rossi appartenenti alla classe delle antocianine, la cui concentrazione varia a seconda della varietà, del grado di maturazione e delle condizioni pedoclimatiche;
-          maggiore concentrazione di sostanze antiossidanti come acidi idrossicinnamici, flavononi ed acido ascorbico.
Queste differenze di composizione incidono positivamente sulla qualità organolettica, ma anche sul potere antiossidante sia del frutto sia del succhi, conferendogli proprietà salutari eccezionali. Infatti le antocianine, gli acidi idrossicinnamici, i flavononi rappresentano un potente sistema antiossidante naturale che, durante la maturazione, consente al frutto di difendersi dalle condizioni climatiche estreme, come le elevate escursioni termiche, che si registrano nella zona di coltivazione circostante l’Etna.
Sono queste le sostanze, dai nomi difficili ma nell’unicità delle loro proprietà, che conferiscono all’arancia rossa un potere salutistico ineguagliabile, come recentemente messo in risalto da insigni scienziati.
Alcune ricerche hanno evidenziato come il succo di arance rosse abbia una maggiore inibizione rispetto alla sola vitamina C o ad un estratto di uva al processo ossidativo delle lipoproteine a basso peso molecolare (Ldl); processo che rappresenta un passaggio chiave nella genesi di alcuni fenomeni degenerativi come l’aterosclerosi e le patologie cardiovascolari.
È ampiamente dimostrata anche l’attività antiossidante degli acidi idrossinamici e del flavononi presenti nelle arance rosse, sostanze in grado di conferire a questo prodotto proprietà anticancro.
In particolare, questi agrumi esercitano un effetto favorevole sui tumori del tratto digerente superiore e dello stomaco tanto che la diffusione dei succhi di arancia in Nord America viene ritenuta un fattore rilevante nella considerevole e continua diminuzione del cancro allo stomaco ma anche mammario e renale.
In tale riguardo si vuole citare il professor Umberto Veronesi, direttore dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, quando afferma: «Offrono un prezioso ausilio nella prevenzione dei tumori, grazie alla forte azione antiossidante esercitata nei confronti dei radicali liberi, capaci di ledere in maniera disastrosa la membrana delle cellule».
In conclusione, un regolare consumo di arance rosse oltre a deliziare il nostro palato può contribuire ad ostacolare la diffusione di patologie, quindi le malattie cardiovascolari ed i tumori.

La vitamina C

L’organismo non è in grado di sintetizzare la vitamina C, per cui essa deve essere fornita dagli alimenti che la contengono.
Una carenza di questa vitamina può provocare una malattia molto diffusa nel passato, che prende il nome di “scorbuto” o “malattia delle tre D” in conseguenza della quale si possono manifestare dermatite, diarrea e demenza. L’assunzione giornaliera raccomandata di vitamina C è di 60 mg. Questa esigenza è garantita da un consumo quotidiano di 150 grammi di mandarini o pompelmi oppure 120 grammi di arance o di limoni.
La stagione degli agrumi buoni e ornamentali
Sono usati anche come piante decorative, soprattutto nei Paesi del Nord Europa. I consigli per farli crescere bene. Le caratteristiche e un po’ si storia dai diversi tipi di agrumi.
I frutti del “kumquat” sono piccoli, di forma ovale con buccia liscia di colore arancione. La polpa è acidula.
In questo periodo esplodono in tutta la loro pienezza i colori solari degli agrumi che, eccellenti per le proprietà nutrizionali e largamente impiegati anche nella cosmetica, sono sempre più richiesti come piante decorative e ornamentali, soprattutto nei mercati del Centro e Nord Europa. È qui, infatti, che i cromatismi del giallo e dell’arancione vengono accostati a quel gusto per il Mediterraneo che è una mèta sempre perseguita nelle scelte di consumi di questi Paesi. 
Pur originari dell’India e dell’Estremo Oriente, i primi agrumi hanno raggiunto le terre europee nell’antica epoca classica, trovando proprio nel mediterraneo un luogo adatto alla loro coltivazione. Condizioni ambientali simili a quelli dei Paesi d’origine, un clima temperato e terreni dalle proprietà particolarmente adatte alla loro crescita, li hanno fatti diventare una produzione “nostrana” e così, nel tempo, gli agrumi sono divenuti sinonimo di quelle terre che il Mediterraneo lambisce. In linea generale per tutti gli agrumi valgono le seguenti condizioni:
clima: il limone e il cedro sono più sensibili alle basse temperature rispetto al mandarino e al Kumquat. Le migliori condizioni climatiche sono comprese tra 0 e 38°C . Al di sotto e al di sopra di queste le piante subiscono danni irreparabili. Le zone climatiche a maggior vocazione sono quelle mediterranee e lacustri, mentre l’altitudine non deve spingersi oltre i 300/400 metri.
Terreno e rinvaso: gli agrumi poco si adattano a terreni argillosi. Sono avidi di elementi nutritivi e prima dell’impianto è opportuno concimare il terreno con prodotti a base si solfato di potassio.
Il drenaggio del terreno è fondamentale: argilla espansa, ghiaia, pozzi di coccio da aggiungersi bel fondo del vaso o della buca. L’epoca di impianto può essere autunno o la primavera (da marzo a aprile). Una volta messo a dimora si deve tenere conto di probabili primi anni di improduttività.
La profondità del vaso deve essere doppia rispetto al diametro per favorire lo sviluppo delle radici.  
Irrigazione: particolare importanza assume la disponibilità idrica tra la fioritura e la formazione dei frutti. Le piante di agrumi non sopportano squilibri idrici, eccessiva umidità, alte e basse temperature. La scarsità di acqua può portare infatti a: eccessiva caduta dei fiori, notevole spessore della buccia, minore succosità e spaccatura autunnale.
Concimazione:l’elemento di cui gli agrumi necessitano è in particolare l’azoto. Importantissimo per il metabolismo della pianta, è fondamentale nell’epoca della fioritura e della fruttificazione.
La sua carenza può determinare ingiallimento delle foglie, riduzione dell’attività foto sintetica, clorosi, nanismo e scarsa produzione.
Potatura: è da ricordare che gli agrumi fruttificano solo sui rami di un anno. La potatura è effettuata annualmente, al termine della produzione di frutti che, a seconda del clima e della qualità, può continuare fino a dicembre per limoni e mandarini. Per le altre varietà, come arancio e pompelmo, si può intervenire ogni due o tre anni.
Valori nutrizionali: sono caratterizzati da un basso contenuto calorico e da un altissimo contenuto nutrizionale. Contengono vitamina C dalle proprietà antiossidanti, immunostimolanti e anticancerogene.  
Gli agrumi più famosi
Limone – Citrus limon. Coltivato in Toscana sin dal XVI secolo, il limone è la specie principe tra tutti gli agrumi per la grande produzione di frutti che avviene durante tutto l’anno. È una pianta vigorosa, dal portamento slanciato, mediamente spinosa e molto produttiva. Rifiorisce dalla primavera all’autunno inoltrato,. Il frutto è giallo, ellittico, con polpa acida dal colore giallo pallido, ottimo profumo e succo abbondante.
 Kumquat – Fortunella margarita. Pianta medio piccola, molto produttiva, cespugliosa e compatta, ha rametti con poche spine e foglie lanceolate di colore verde scuro nella pagina superiore.
La fioritura è estiva e i fiori sono piccoli, bianchi e profumati, disposti singolarmente.
I frutti piccoli, ovali, con buccia liscia arancione, hanno buon sapore con polpa acidula.
Mandarino – Citrus deliciosa. Pianta molto produttiva, dal portamento rotondeggiante e con chioma espansa, ha foglie piccole, strette e lanceolate. I fiori sono bianchi, piccoli e profumati.
Il frutto è di media grandezza, rotondo, con buccia arancione sottile. La polpa è estremamente succosa e molto profumata con numerosi semi.
Bergamotto – Citrus bergamia. Il suo sviluppo è legato all’invenzione in Germania dell’acqua di Colonia da parte dell’italiano Giovanni Feminis, intorno al 1700. Oggi è coltivato solo in Calabria. È una pianta di medio vigore con foglie grandi, appuntite e con picciolo munito di strette ali.
Chinotto – Citrus myrtifolia. La pianta è di piccole e medie dimensioni, dal portamento compatto, crescita lenta, molto produttiva. Si distingue per le singolari foglie piccole, coriacee, appuntite. Rifiorente in primavera ed autunno, ha fiori piccoli, abbondanti, sia sui rami giovani che su quelli adulti che danno origine ad un contrasto di colore fra il verde intenso del fogliame e il bianco del fiore dal profumo penetrante.
Arancio – Citrus sinesis. Questa specie fu introdotta in Europa e in Italia nel XV secolo dai portoghesi, proveniente con ogni probabilità dalla Cina meridionale. È l’agrume più coltivato e conosciuto al mondo. La pianta ha chioma compatta, foglie medio grandi con picciolo poco alato, fiori bianchi molto profumati, sia isolati sia a gruppi.
Pompelmo – Citrus paradisi. È l’unico agrume che non è originario dell’Asia. Fu introdotto nel bacino del Mediterraneo all’inizio del XIX secolo. È una pianta molto vigorosa dai germogli glabri e grandi foglie.
Cedro – Citrus medica. È una pianta poco vigorosa con chioma irregolare e rami fortemente spinosi. Foglie ovali con margine dentato, picciolo corto senza ali. I nuovi germogli sono di colore rosso-violaceo, disposti a grappoli. Fiorisce in primavera e tardo autunno. I frutti sono molto grandi e cilindrici, con buccia spessa, rugosa e di colore giallo rapido.
Si chiama: Arancia vaniglia.
È buona perché: dolce, profumata, senza semi, perfetta per macedonie.
I più conosciuti sono l’arancia, il limone e il mandarino. Tutti gli agrumi sono ricchi di vitamine, innanzitutto quelle dei gruppi C e P. vengono consumati prevalentemente freschi oppure preparati quali marmellate, canditi, bevande. Sono molti importanti per l’estrazione di olii essenziali, pectine, acido citrico ed altri derivati. In Italia la produzione di agrumi (arance, limoni, mandarini, clementine, bergamotto, chinotto) si concentra nelle regioni meridionali, con la Sicilia in prima fila (circa i due terzi della produzione nazionale). L’arancia è l’agrume più prezioso grazie all’alto contenuto di vitamina C. Segnaliamo alcune varietà:    
Tarocco, una varietà pregiata, con polpa striata di rosso, solitamente senza semi. Adatta sia per la tavola, sia per essere spremuta.
Moro: arancia sanguigna, con polpa rossa, ricca di succo. Particolarmente adatta per le spremute.
Sanguinello: più piccola e più rossa della mora, ugualmente adatta per le spremute.

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