Nelle reti cadono a tonnellate. Ma per non impoverire il mare bisogna evitare di mangiarle piccole. I mercati top e le ricette tipiche
Di nome e di fatto
L’Engraulis encharasicholus, (nome scientifico di acciuga o alice), non va confusa con la sarda: più affusolata, ha il “labbro” superiore prominente su quello inferiore.
Pesca propizia
Attratte dalle lampare a branchi, nel 2006 (dai più recenti dati Ismea ne sono cadute nelle reti 78.051 tonnellate, pari al 27% di tutto il pesce pescato.
Eco Fish
Si riproducono da aprile novembre. Perché il mare continui a darcene in abbondanza, non si devono pescare di taglia inferiore a 9 centimetri .
Spadellate
Semplici sono meglio. Lavatele togliete testa e interiora e disponetele nel tegame con un soffritto d’aglio in un solo strato. Spruzzatele di vino bianco e aceto e, a fine cottura, spolverizzatele di prezzemolo.
Dove vivono
Si pescano in Adriatico, nel canale di Sicilia, nel Golfo di Genova. Le più pregiate nel Tirreno. Quelle di Monterosso e di Menaica sono protette e valorizzate come presidio Slow Food. Goro e Chioggia sono i mercati migliori.
Specialità: fritte e marinate
Appena pescate nelle Valli di Comacchio, le acciughe arrivano alla Manifattura dei Marinati e lavorate nelle quantità richieste dal mercato.
Prima della frittura vengono infarinate. Tra le acciughe può essere finito in rete qualche tombarello (sgombro), aringa o acquadella.
Quando l’olio ha raggiunto la temperatura giusta, si buttano i pesci, che cuociono in pochissimi minuti e subito si prelevano.
Le acciughe croccanti, vengono messe a sgocciolare dall’olio in un cesto. L’uso di Comacchio è friggerle intere, lasciando la testa.
Si pesano fredde: ogni latta ne contiene
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