lunedì 3 settembre 2012

PELLE

Questi cibi non fanno invecchiare
La “rosacea”, una malattia della pelle che causa prima un arrossamento di alcune zone del viso (il naso in particolare) e successivamente la formazione di brufoli simili a quelli prodotti dall’acne.
Agrumi
Indispensabili per... Preservare il tono della pelle
Che cosa contengono Vitamina C dalle proprietà antiossidanti
Come agiscono Combattono i radicali liberi, contrastando la loro azione, e stimolano la produzione di collagene
Mai più “buccia d’arancia
Per il trattamento anticellulite a prova di “pizzicotto”, prova un rimedio tutto naturale: immergiti in una vasca con acqua tiepida dove avrai sciolto due pugni di sale grosso. Quando esci, friziona la pelle con olio essenziale alla salvia.

1.  lavati bene, non lavarti troppo. Badare di più alla qualità della detersione che alla quantità.

2.  scegli il sapone giusto. Utilizzare detergenti formulati per svolgere un’azione completa e delicata per la propria pelle.

3.  occhio al freddo. Aiutare la pelle ad essere inattaccabile dagli insulti esterni, quali freddo, vento e sbalzi di temperatura.

4.  trattamenti specifici. Applicare cosmetici idratanti, protettivi e restitutivi formulati per soddisfare la fisiologia della pelle, non comedogeni (con Nmf e urea, per esempio).

5.  non soffocare la pelle. Tenere a contatto diretto della cute soltanto indumenti in fibre naturali.

6.  cibo & Co. Bere molta acqua e introdurre nell’alimentazione quotidiana oli vegetali, ricchi di acidi grassi polinsaturi, come l’olio d’oliva e di arachidi.

7.  anche di notte. Dormire in ambienti aerati e umidificati ed evitare gli ambienti surriscaldati.


Dalla natura una protezione completa

Per le labbra come per le mani, l’inverno è una stagione particolarmente difficile.
La sottigliezza dello strato corneo e l’assenza di ghiandole sebacee le rendono più esposte alle aggressioni esterne, mentre il freddo e la disidratazione possono favorire le recidive dell’Herpes Labialis. Questo virus, che appartiene alla famiglia degli Herpes virus (HSV1) è un’affezione fastidiosa e molto diffusa, che si manifesta prima con prurito e arrossamento, quindi con la comparsa di una lesione eritemato-edematosa su cui si gonfiano piccole vesciche raggruppate gonfie e piene di liquido. Colpisce prevalentemente le labbra, ma spesso si allarga anche sul mento e sulle guance. Tutti quelli che hanno avuto questo tipo di Herpes sanno che non c’è più modo di liberarsene. Le lesioni spariscono generalmente nell’arco di una settimana-dieci giorni, ma il virus resta latente per periodi più o meno lunghi, per ripresentarsi inesorabilmente quando si creano le condizioni ideali per la sua riproduzione: piccole lesioni sulle labbra, abbassamento delle difese immunitarie, infezioni delle vie aeree superiori, stress emotivo, esposizione al sole e persino l’assunzione di certi alimenti, come i cibi piccanti, il cacao e la frutta secca. Che cosa si può fare contro questa affezione cronica? Esistono alcuni farmaci antivirali efficaci per uso sistemico e locale, ma presentano alcuni inconvenienti. L’Acyclovir è il più diffuso, ma contrasta l’avanzata del virus soltanto se applicato alle primissime avvisaglie della febbre, mentre il pendiclovir accelera la risoluzione della lesione anche se assunto quando l’herpes è già comparso. Entrambi, quindi, curano l’herpes quando si presenta, ma non sono in grado di ridurre la frequenza delle recidive. Se si scelgono rimedi naturali, però, è possibile di prevenire la comparsa della febbre, proteggendo le labbra dalle screpolature e utilizzando principi attivi con un’attività antivirale e antinfiammatoria. Per mantenere le labbra morbide, ma soprattutto sane, Calendula, Camomilla e Liquirizia garantiscono un sollievo contro screpolature e taglietti, grazie alle proprietà lenitive, decongestionanti e dermoriparatrici di questi componenti, mentre il Burro di Karatè, la Cera d’api e l’Olio di Oliva forniscono idratazione e nutrimento, favorendo il ripristino della condizione ottimale del film idrolipidico. Echinacea, Malaleuca e Propoli, invece, hanno dimostrato un’azione efficace completa e mirata contro l’insorgere di fenomeni irritativi e una spiccata azione antivirale.
Questa associazione di principi attivi è efficace nella prevenzione delle recidive dell’herpes. L’Echinacea ha un’attività antinfiammatoria e disarmante, la Malaleuca, ha grandi proprietà antisettiche e antimicotiche, e la Propoli ha un’attività antivirale, antibatterica e antinfiammatoria.
Quando la pelle ha sete
Addio alla secchezza cutanea grazie alle ultime formulazioni idratanti messe a punto dalla ricerca dermocosmetica
Su questo sono d’accordo tutti: quando la pelle contiene la giusta quantità d’acqua è in grado di svolgere al meglio tutte le sue funzioni, contrasta efficacemente l’invecchiamento e si mantiene giovane e sana a lungo. Proprio per questo la questione dell’idratazione cutanea è un problema dermatologico sul quale fin dall’inizio della moderna cosmetologia ci si è interrogati. Nel corso degli anni le risoluzioni cosmetiche sono andate di pari passo con le scoperte scientifiche che in campo di biologia molecolare e fisiologia cutanea, ma anche con l’evoluzione delle tecnologie formulative dei prodotti. Nuovi ingredienti attivi, quindi, sono comparsi nei trattamenti idratanti, sostanze capaci di far arrivare l’acqua proprio dove serve, ma anche nei nuovi meccanismi d’azione. Si è passati dalle cosiddette “creme coperchio”, ad alto contenuto di sostanze idratanti come la glicerina, che agiscono creando una vera e propria barriera occlusiva che impedisce l’evaporazione dell’acqua, utilizzo di elementi idratanti già presenti nella (nel Fattore naturale di idratazione, Nmf), come l’urea e gli zuccheri, in grado di dare allo strato corneo la capacità di trattenere l’acqua, fino ai moderni cosmeceutici, prodotti in grado di aiutare la pelle e ripristinare i fisiologici meccanismi di idratazione, come le peceramidi o gli idrocaptatori, persino sfruttando i ritmi circadiani della pelle. Se fino ad oggi si cercava di apportare dall’esterno le sostanze in grado di idratare profondamente la pelle, oggi i ricercatori tentano di mettere a punto principi attivi in grado di ricreare i presupposti naturali e fisiologici di idratazione cutanea.
Questi ingredienti innescano, cioè, meccanismi rigenerativi e svolgono un’azione eutrofia, ovvero capace di risanare la cute.

Una barriera permeabile

La pelle svolge un’importante funzione di difesa su due fronti. Da un lato la struttura compatta dell’epidermide protegge l’organismo da traumi e impedisce come un filtro l’ingresso di batteri. Dall’altra mantiene il contenuto idrico dell’organismo, evitando l’eccessiva vaporazione in ambienti aridi o la penetrazione di acqua quando si soggiorna in ambienti umidi. Quest’ultima funzione è svolta in modo “intelligente” dallo strato corneo, che presenta le molecole d’acqua come un sistema di tortuosi canali situati fra le cellule e ripieni di lipidi idrorepellenti. Lo strato epidermico contiene in condizioni normali una quantità d’acqua compresa tra il 20 e il 35 per cento, in parte legata a proteine specifiche, in parte libera, ma trattenuta al suo interno da lipidi complessi (colesterolo, acidi grassi, ceramidi), e in parte sotto forma di vapore acqueo che arriva agli strati inferiori della pelle.
Questo flusso è detto Trans Epidermal Water Loss (Tewl), cioè perdita d’acqua Transepidermica. La sua intensità dipende dallo spessore dello strato corneo e dall’integrità delle sue componenti lipidiche e proteiche. Quando la pelle è disidratata la colpa è quasi sempre dello strato corneo che non riesce trattenere l’acqua e la lascia evaporare.
In questo meccanismo giocano un ruolo essenziale i lipidi intracellulari, che costituiscono il “cemento” che tiene unite le cellule dello strato più superficiale, e il Natural Moisturizing Factor, il fattore naturale di idratazione (Nmf), una miscela di sostanze che legano parte dell’acqua che arriva dagli strati più profondi, mantenendo il corretto tasso di umidità e regolando la perdita d’acqua (è il cosiddetto effetto barriera).

Il cemento della pelle

Sui ceramidi si è recentemente concentrato l’interesse dei ricercatori. Scoprire queste sostanze che si accumulano in modo esclusivo nella cute, e precisamente nello spazio intracellulare dello strato corneo, non è stato facile. Solo l’avvento di tecniche più raffinate di analisi al microscopio ha permesso di evidenziare oltre 30 anni fa l’interno dei cheratinotici più superficiali piccoli granuli rivestiti da membrane che contengono lipidi complessi e in particolare ceramidi. I ceramidi presenti nello spazio tra le cellule dello strato corneo sono prodotti pertanto all’interno dei cheratinotici, partendo dalle molecole ancora più complesse, i pre-ceramidi, perché questi lipidi sono così importanti per mantenere la pelle ben idratata? Le alterazioni della quantità o della struttura dei ceramidi cutanei può comportare disequilibri della pelle o disturbi dermatologici, quale per esempio secchezza cutanea e dermatiti. Imponenti effetti negativi sulla pelle, si producono in pazienti che hanno deficienze enzimatiche congenite del metabolismo dei lipidi. I lipidi dell’epidermide non sono solo importanti per mantenere una barriera idrica. Svolgono anche numerose funzioni più rilevanti. Contribuiscono a mantenere il pH (acidità della pelle in limiti normali, favoriscono inoltre la giunzione e la adesione tra le cellule, direttamente o indirettamente tramite i loro prodotti di degradazione, e si possono trasformare in sostanze capaci di regolare la proliferazione e la differenziazione cellulare, influenzando in questo modo l’attività complessiva dell’epidermide. Le pre-ceramidi entrano nello spazio intracellulare, dove regolano l’idratazione e favoriscono il turnover cellulare. In altre parole contribuiscono a mantenere la pelle giovane, sana ed elastica. Per questo motivo i trattamenti di ultima agiscono sui meccanismi fisiologici di produzione dei pre-ceramidi, aiutando la pelle a trovare l’equilibrio idrico.

L’urea

Un’altra strada imboccata dalla ricerca per combattere la disidratazione e l’arricchimento del fattore naturale d’idratazione. Esso è composto da molte componenti, tra le quali riveste una particolare importanza l’urea. La sua concentrazione nello strato corneo è di per sé indice dello stato di idratazione della pelle: i valori normali sono dell’ordine di 8 microgrammi per cm2, ma quando la pelle invecchia il contenuto di questa sostanza nella cute diminuisce. Questo implica un’inferiore capacità di legare l’acqua da parte dell’epidermide e un’alterazione della funzione barriera. L’urea è un ottimo idratante in quanto riduce la perdita d’acqua transepidermica, leviga lo strato corneo diminuendo la desquamazione e compattando le lamelle, ha un’attività batteriostatica e lenitiva degli arrossamenti, è fisiologica è ben tollerata e favorisce l’assorbimento del prodotto che lo contiene.
L’impiego di preparati a opportune concentrazioni di urea (tra il 3 e il 10%) consente alla pelle secca di recuperare e mantenere il corretto tasso di idratazione ristabilendo l’equilibrio dell’Nmf e del film protettivo che ricopre tutta la superficie cutanea.
Fino a poco tempo fa era difficile inserire nei trattamenti cosmetici l’urea in concentrazioni superiori all’1%, in quanto essa è molto solubile in acqua, ma grazie alle moderne tecnologie formulative oggi questo è possibile. Le nuove preparazioni idratanti contengono urea in percentuali più alte e più efficaci. Un’altra interessante strada aperta dalla ricerca in campo cosmetico è rappresentata dalla possibilità di riprodurre i meccanismi che fissano l’acqua nello strato corneo, stimolando l’azione degli idrocaptatori naturali grazie a molecole, come la filaggrina, che attivano la produzione degli aminoacidi che compongono l’Nmf.

Le acquaporine

Sono proteine che formano canali selettivi nei quali passano soltanto le molecole d’acqua.
Si trovano in grandi quantità negli strati profondi dell’epidermide e più si procede verso gli strati superiori minore è la loro concentrazione. Localizzate a livello delle membrane cellulari, le aquaporine diminuisce per ripercussioni importanti sul tasso d’idratazione cutanea. Nell’ultima frontiera dell’idratazione è il supporto delle acquaporine insufficienti attraverso la creazione di una nuova rete per assicurare la circolazione dell’acqua nell’epidermide, qualcosa che capti l’acqua, la fissi e la ceda dove è necessaria, come la trimetilglicina, un aminoacido naturale di origine vegetale, che dona alla pelle la capacità di gestire e di soddisfare i propri bisogni vitali di acqua in funzione delle aggressioni esterne.

Idratazione con l’orologio

Secondo studi recenti, la perdita d’acqua transepidermica non è costante nell’arco delle ventiquattr’ore, ma varia durante il giorno: aumenta nelle ore diurne, con un picco tra le 17 e le 18, mentre si riduce progressivamente durante la notte. Partendo da queste considerazioni, un’altra via per combattere la disidratazione scelta dalla ricerca cosmetologia è l’idratazione cronobiologia, cioè l’utilizzo di principi attivi che assicurino alla pelle un apporto d’acqua costante nell’arco delle 12 ore, con una sorta di rilascio ritardato nella cute. Di notte, invece, quando il meccanismo di autoriparazione della pelle raggiunge la massima attività, si privilegiano formulazioni specifiche che potenziano e ampliano questo processo, con l’apporto di acidi grassi essenziali, contenuti nelle sostanze lipidiche di origine vegetale.

I nemici dall’interno e dall’esterno

Le cause della secchezza cutanea sono molte e diverse possono dipendere da fattori endogeni (cioè interni all’organismo) oppure da fattori esogeni (condizioni esterne)

Fattori endogeni

  1. La predisposizione genetica, che può determinare una scarsa secrezione di sebo o una carenza di lipidi intracellulari.
  2. l’età (fino alla pubertà o, nelle donne, dopo la menopausa l’attività delle ghiandole sebacee è molto bassa).
  3. i livelli ormonali: gli estrogeni, agendo sugli strati profondi della pelle, ricchi di collagene, elastina e vasi capillari, conferiscono alla pelle elasticità e turgore. L’abbassamento del livello estrogenico è all’origine di secchezza.
  4. la presenza di patologie dermatologiche o sistemiche (diabete, ipotiroidismo, cirrosi epatica, insufficienza renale, dermatite psoriasi eccetera).
 Fattori esogeni
  1. variabili ambientali e climatiche (umidità, temperatura, agenti atmosferici come freddo e vento).
  2. irradiazione di ultravioletti.
  3. agenti chimici (detergenti aggressivi, contatto con sostanze irritanti o delipidizzanti, lavaggi ripetuti con acque calcaree).
  4. alimentazione (una dieta povera di liquidi, proteine e acidi grassi polinsaturi, presenti negli oli vegetali crudi).
  5. stili di vita (fumo, alcol).
  6. assunzione di farmaci.
  7. radioterapia.
Cure dolci per pelli delicate
Morbida, liscia, rosa e paffuta: la pelle dei neonati è davvero bellissima.
Così fresca quando escono dal bagnetto, così elastica in ogni momento della giornata.
Ma è anche delicatissima: non si deve infatti, cadere nell'errore di considerare la pelle del bebè alla stessa stregua di quella di un adulto: richiede più cure e una maggiore attenzione, soprattutto sui genitali e sul sederino. Tutto ciò impone una scelta dei prodotti adeguata e una cura attenta.
Antiossidanti per la pelle
Parliamoci chiaro. Mangiare antiossidanti potrebbe non bastare a salvarti la pelle.

Clinique

Il laser cancella le macchie della pelle
Se la pelle del ventre è poco tonica, fai tutti i giorni un massaggio con una crema rassodante: con mano piatta esegui movimenti circolari, alternando 10 giri in senso antiorario. Poi posiziona le mani al centro dell’addome e muovile verso i fianchi, premendo leggermente.

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