Allarme dengue, un pericolo solo tropicale?
Il virus, trasmesso da certi insetti, nel nostro Paese non trova le condizioni ambientali e igieniche per svilupparsi. Come difendersi altrove
Panico a Cuba
Seri focolari di dengue sono stati identificati a Cuba, nelle province di Santiago, Ciego de Avila, Amanguey, Holguin, Pinar del Rio e Guantanamo. La situazione più critica è all’Avana dove abitano quasi due milioni e messo di persone.
L’epidemia si sarebbe manifestata già in aprile, (2006) ma il regime scelse allora la strategia del silenzio, soprattutto per non danneggiare l’afflusso di turisti, che sono la principale fonte di redito per Cuba. Adesso, però, l’aggravarsi della situazione crea pericoli più seri, anche in quel senso: le autorità, da qualche settimana hanno cominciato a “sconsigliare” ai visitatori di recarsi a Cuba nei mesi autunnali, quelli di massima espansione delle zanzare e dell’epidemia.
Non esistono cifre ufficiali, ma secondo alcuni blog e siti internet di dissidenti cubani, in patria e all’estero, i morti avrebbero superato ormai il migliaio, mentre i contagi sarebbero nell’ordine di decine – forse centinaia – di migliaia.
Nei mesi scorsi un’emergenza anti-dengue è stata dichiarata anche in tre stati dell’India.
Come motivi della recrudescenza vengono indicati l’urbanizzazione selvaggia in corso da decenni nel Terzo mondo, che peggiora tutti i problemi sanitari in città sovraffollate, la messa al bando di alcuni fra gli insetticidi più potenti come il Ddt e il surriscaldamento dell’atmosfera.
Ma c’è da chiedersi se, attraverso il traffico aereo, il rischio di contagio, per ora confinato nelle aree tropicali, non possa giungere fino a noi, portato dai viaggiatori che rientrano da quelle zone.
Non “passa” da uomo a uomo
La dengue è una malattia virale che non si trasmette per contagio diretto tra uomini, ma soltanto attraverso le zanzare. Il principale vettore è la zanzara aegypti che, venendo infettata dal virus, lo trasmette all’uomo; questo insetto vive soprattutto nelle aree urbane di alcuni paesi subtropicali, tropicali ed equatoriali.
I virus responsabili (ce ne sono quattro con caratteristiche leggermente diverse) appartengono al genere Flavivirus, lo stesso che causa la febbre gialla. La malattia è presente in gran parte del sud-est asiatico, in Africa, in America centrale e meridionale, in Oceania.
Le persone colpite da dengue possono, a loro volta, infettare altre zanzare, da poco tempo prima della comparsa della febbre e per tutta la durata del periodo febbrile (mediamente
5-7 giorni).
Una volta infettate, le zanzare rimangono tali per tutta la durata della loro vita e possono trasmettere l’infezione alla progenie.
Può presentarsi in due forme
La dengue è una malattia molto simile all’influenza. Può comunque manifestarsi in due forme distinte: dengue classica e dengue emorragica con o senza stato di shock.
La dengue classica
È la forma benigna della malattia detta anche febbre rompi-ossa. I sintomi possono essere più o meno seri a seconda dell’età della persona colpita.
Nei bambini piccoli si manifesta con febbre lieve un’eruzione cutanea di tipo maculo-papuloso, cioè macchie e bolle poco sporgenti sulla cute.
Nei ragazzi più grandi e negli adulti si presenta come un disturbo molto simile all’influenza: con febbre, cefalea, dolori osseo-articolari e muscolari e disturbi gastrointestinali.
A volte compare l’esantema e possono verificarsi perdite di sangue da naso e gengive.
La dengue emorragica (De)
È la forma più seria. Nella prima fase, si manifesta con: comparsa improvvisa di febbre, arrossamento del viso, inappetenza, lievi disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale e delle vie aree superiori.
Nella seconda fase, quella dello sfrebbamento, compaiono debolezza improvvisa, irritabilità e pallore. Il colorito diventa cianotico, ovvero bluastro, soprattutto intorno alla bocca, la pressione sanguigna si abbassa, il polso si indebolisce e compaiono eruzioni cutanee.
A questo stadio della malattia sono frequenti casi di emorragie, petecchie (piccole emorragie, puntiformi), ecchimosi, epistassi (perdita di sangue dal naso), perdita di sangue dalle gengive e a carico dell’apparato gastrointestinale, con presenza di sangue nel vomito e nelle feci. Sono possibili complicazioni al fegato e al sistema nervoso centrale.
Nei casi più seri si può arrivare allo stato di shock. Se non si è trattata nel modo appropriato, la dengue emorragica può mettere in pericolo di vita.
Questa forma è presente nel sud-est asiatico e del Pacifico. Recentemente si è diffusa nei Carabi e nell’America meridionale.
Il parere del virologo
“In Italia il rischio è solo teorico”
la dengue potrebbe arrivare in Italia via aereo?
Si, a livello teorico il rischio c’è. Tuttavia giocano a nostro favore le condizioni ambientali e igieniche non favorevoli al propagarsi del virus. Ciò rende il caso del tutto ipotetico.
In tal caso come prevenire un’epidemia?
Non sono ancora disponibili, al momento, vaccini contro la dengue. L’unico modo per prevenire e controllare la malattia sta nell’attuare misure per ridurre la presenza di zanzare: pronta rimozione dei rifiuti solidi urbani, corretto allontanamento e smaltimento delle acque di fogna, interventi periodici di disinfestazione, eliminazione, soprattutto in prossimità delle abitazioni, delle raccolte d’acqua che possono essere usate per la deposizione delle uova e lo sviluppo delle forme larvali. È molto utile l’applicazione di zanzariere e altri mezzi protettivi alle finestre delle abitazioni.
Come si riconosce la malattia?
In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto al ritorno da un viaggio in una zona a rischio, è necessario rivolgersi immediatamente ad un medico o ad una struttura ospedaliera per effettuare gli esami di laboratorio che confermino o escludano la presenza della malattia. La conferma dell’infezione viene effettuata, oltre che in base ai sintomi, tramite esami del sangue per valutare la presenza di anticorpi specifici.
Si può contrarre l’infezione più di una volta?
No, l’infezione si contrae una volta sola.
Qual è il periodo di incubazione?
Varia da una settimana a dieci giorni.
È pericoloso viaggiare in paesi a rischio?
Il rischio è concreto nelle zone rurali ad alto tasso endemico. A volte anche a livello cittadino. Basta l’acqua stagnante raccolta in un copertone d’auto abbandonata a fare moltiplicare le zanzare.
Si può curare?
Con quali farmaci?
Non esiste, al momento, un trattamento specifico per la dengue, ma solo una cura di supporto. Durante la dengue classica bisogna controllare la temperatura corporea in quanto, se troppo alta, può scatenare convulsioni. Per abbassare la temperatura si consiglia l’uso di medicine a base di acido acetilsalicilico, come l’aspirina, perché potrebbero favorire la comparsa di emorragie e aggravarle. Si può utilizzare il paracetamolo seguendo, tuttavia, alcune accortezze nei dosaggi a seconda dell’età del malato. In caso di dengue emorragica, è importante controllare l’equilibrio tra eliminazione e reintegro dei liquidi.
Perché la zanzara Aedes da noi è innocua?
La zanzara Aedes è innocua perché non è infetta, in quanto nel nostro paese attualmente il virus non è presente. Da noi, infatti, non esistono le condizioni ambientali, climatiche e igieniche adatte alla sua sopravvivenza.
In pratica
Come proteggersi dalle zanzare
Non essendo disponibile un vaccino per attuare una prevenzione con i farmaci (come la malaria), ci si può difendere dalla dengue, nei paesi dove l’infezione è presente, solo adattando misure di prevenzione personale, che dovranno essere seguite tenendo presente le abitudini “diurne” di queste zanzare.
Si consiglia pertanto di:
- indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri e quelli accesi attirano gli insetti), con maniche e pantaloni lunghi, che coprano la maggior parte del corpo;
- evitare l’uso di profumi che potrebbero attirare gli insetti;
- applicare sulla cute esposta repellenti per insetti a base di dimetiftalato, principi attivi specifici contro questo tipo di zanzara, ripetendo se necessario, per esempio in caso di sudorazione intensa, l’applicazione ogni 2-3 ore;
- alloggiare preferibilmente in stanze dotate di condizionatore d’aria o, in mancanza di questo, di zanzariere alle finestre, curando che queste siano in buone condizioni (senza buchi) e ben chiuse;
- spruzzare insetticidi a base di piretro o di permetrina nelle stanze dove si soggiorna e nelle stanze da letto.
Le zanzare Aedes
A differenza delle zanzare che trasmettono la malaria (Anofele), le Aedes pungono nelle ore diurne, con un massimo di attività nelle ore che precedono il tramonto.
Questo genere di zanzara ha grandi capacità di adattamento anche a climi temperati e relativamente freddi.
Riesce a riprodursi anche in piccolissime raccolte d’acqua piovana, come quelle che si formano nei barattoli vuoti, nei sottovasi, nelle vasche ornamentali e nei pneumatici vecchi.
La zanzara Aedes è facile da distinguere dagli altri tipi di zanzara perché presenta delle striature biancastre sul corpo.
È volgarmente chiamata zanzara tigre. Essa è presente anche in Italia dal 1990, perché importata, e si trova ormai in almeno 10 regioni della penisola, ma è innocua.
Nessun commento:
Posta un commento