sabato 25 agosto 2012

KOROWAI


Il popolo degli alberi
Nascosti nella foresta della Nuova Guinea, i Korowai costruiscono le loro case sulle cime degli alberi
Per questo sono stati individuati solo vent’ani fa
L’inferno verde
Sono stati alcuni missionari olandesi, nel 1978, a stabilire il primo contatto con questo popolo. I Korowai abitano una regione remota dell’isola di Nuova Guinea, disseminata di paludi. Il clima è ostile: caldo e umido, soprattutto tra ottobre e dicembre, mesi in cui cadono cinque metri d’acqua, cento volte più di una città dell’Europa centrale in un anno! In questa terra tropicale, la foresta è dappertutto e minacciosa. Ma i Korowai sono riusciti a fare di questo inferno verde il loro dominio. Un territorio sul quale vegliano gelosamente, poiché ne traggono tutto il necessario per vivere. Il loro timore di vedersi defraudati della terra è così grande, che sono pronti a uccidere qualsiasi straniero che non abbiano invitato. 
Maestri carpentieri
I Korowai costruiscono la loro casa in cima agli alberi per cedere gli uccelli e le montagne lontane, come sostengono loro. Ma è anche, e soprattutto, per impedire agli stregoni malefici di entrare a casa loro all’improvviso. Rimane il fatto che, costruire una casa a 10, 30 o 40 metri di altezza non è cosa da nulla. Il clan sceglie innanzitutto un solido banano, il cui tronco, una volta tagliato, serve a sostenere la base della capanna. Intorno all’albero gli uomini montano un’impalcatura provvisoria per istallare il pavimento, un solido reticolato di rami intrecciati ricoperti di foglie intere di palma. A questo punto l’impalcatura viene definitivamente smontata. Ormai, la sola via d’accesso alla casa è una lunga pertica intagliata come una scala.
Casa dolce casa
Se uomini e donne vivono nella stessa capanna ogni sesso ha però un suo spazio riservato. Nelle case oiù ricche, uomini e donne hanno addirittura scale e ingresso separati. Oltre agli esseri umani, abitazione ospita anche cani e piccoli maiali! Questi porcellino sono allevati per diventare dei regali da offrire in occasioni di matrimoni o per riappacificarsi dopo liti famigliari. Il gruppo degli uomini e quello delle donne dispongono ciascuno di un focolare per cuocere i propri alimenti. Il fuoco brucia in un vassoio di rami intrecciati ricoperti di foglie d’argilla. Questo è posto sopra a un foro nel pavimento, legato a esso solo da qualche corda che può essere tagliata se c’è una minaccia d’incendio, un fatto non inusuale date le caratteristiche della “cucina”.
Dalla cima degli alberi controllano la
La storia a modo loro
I Korowai non sanno scrivere. Il sapere degli anziani e le credenze del clan si trasmettono oralmente, di padre in figlio, alla sera, intorno al fuoco. Ma vi sono delle storia sacre, come quella della nascita del mondo, che solo gli adulti hanno il diritto di conoscere e di raccontare. Nell’immaginario dei Korowai, questo mondo somiglia a tre cerchi concentrici. Nel cerchi interno vivono le piante, gli animali e gli esseri umani. Al di là si estende il regno dei morti, un regno diviso in clan e territori, in tutto e per tutto simile a quello degli esseri viventi. Nel cerchi esterno, infine, ruggisce il grande oceano, che inghiottirà uomini e bestie alla fine dei tempi.
Il mercato della giungla
La foresta è la dispensa dei Korowai. Vi trovano verdura (cetrioli selvatici) e frutta come il longan delle isole Fiji, simile al lychee, o il frutto dell’albero del pane, che a volte bisogna cogliere molto in alto. La selvaggina non manca, soprattutto il maiale selvatico. Altro piatto scelto, ma più raro, il casuario, una specie di piccolo struzzo che corre molto velocemente.
I Korowai lo uccidono con una semplice corda tesa tra due alberi. Nessun animale è giudicato disgustoso: serpenti, iguane, salamandre, pipistrelli: tutto è buono da mangiare. Tuttavia, ogni clan possiede un animale totem la cui consumazione è tabù. Presso i Giffanop, ad esempio, non si mangia il casuario, poiché si crede che l’uccello abbia dato origine al clan! Tutti, invece, vanno pazzi per le larve di scarabeo, di cui brulicano i tronchi marci di palma.

Nessun commento:

Posta un commento