Nel Vangelo di Giovanni si narra che Andrea e l’Evangelista furono i primi discepoli ad incontrare Cristo e a seguirlo immediatamente nella sua dimora. Trascorso con Lui un intero giorno, Andrea corse dal fratello Simone detto Pietro per annunciargli trepidante di aver trovato il Messia. Così, quando Gesù li vide gettare le reti passando lungo il lago di Tiberiade e disse loro: <<Seguitemi, vi farò pescatori d’uomini>>, non ebbero un attimo di esitazione. Per questo Andrea, che è sempre raffigurato con la barba bianca e un libro in mano, ha come attributi anche due pesci, che mancano al fratello sostituiti dalle chiavi del Regno dei Cieli, Andrea – il cui nome in greco significa “virile, bello – appare in molti episodi del Nuovo Testamento: è testimone della moltiplicazione dei pani e dei pesci; ascolta con Pietro, Giacomo e Giovanni le predizioni di Gesù sulla fine del mondo.
Nei racconti apocrifi, appare un instancabile predicatore tra le regioni a nord del Mar Nero e in Cappadocia, Galazia e Bitinia. Si dice che fosse arrivato in Russia, risalendo il Dnepr, e avesse previsto il luogo dove sarebbe sorta la prima città santa e capitale, Kiev. Passato poi in Grecia, divenne vescovo di Patrasso e li, il 30 novembre del 60, subì il martirio sulla croce. Ma quale croce? Nelle prime raffigurazioni è di tipo latino, come quella di Gesù, solo più tardi diviene a X (o decussata, dal nome della moneta romana da dieci).
Gregorio di Tours ricorda che dal suo sepolcro a Patrasso scaturiva una manna d’olio e farina, fenomeno che in parte si ripete tuttora ad Amalfi, dove le reliquie del santo riposano dopo essere state trafugate nel 1206 dal legato papale alla IV crociata.
Nell’ampolla sospesa sopra la tomba, ogni 30 novembre i fedeli attendono il rinnovarsi del miracolo, con la manna che si può presentare sotto forma di rugiada oppure liquida, ma in caso di penuria, gli amalfitani fanno penitenza cantando il Parce Domine… Il 27 giugno sfilano invece in processione sotto una statua argentea del santo, a cui donano pesci in “carne e lische” o in modellini di legno.

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