lunedì 20 agosto 2012

TRATTATO DI POTSDAM

Prussia in origine questo termine indicava il territorio dell’Europa centrale in cui viveva una popolazione balcanica, i Borussi o Prussiani.
Nel XII secolo essi vennero sottomessi dai cavalieri teutonici, che imposero il cristianesimo e fondarono la propria capitale a Mareborg (oggi Malbork). Alla metà del XV secolo vennero sconfitti dalla Polonia, che si annesse la Prussia occidentale; quella orientale rimase ai cavalieri teutonici fino al 1525, quando Alberto di Hohenzollern rafforzò il Paese e ottenne dall’imperatore d’Austria Leopoldo I, nel 1701, la dignità reale: Federico I assunse quindi il titolo di re di Prussia. Il periodo di decadenza che ne seguì ebbe il suo culmine nella sconfitta subita da parte dell’armata di Napoleone nel 1806; con la pace di Tilsit il territorio della Prussia venne smembrato. Ma la guerra di liberazione successiva (1813-1815), la Prussia entrò a far parte delle potenze europee.
La fine. Sconfitta durante la Prima guerra mondiale, divenne la regione principale della repubblica di Weimar, e al suo interno dilagò il nazismo.
Cessò di esistere di fatto nel 1934, cancellata dai nazisti; dopo la sconfitta del Reich, il suo territorio fu smembrato con il trattato di Potsdam del 1945. metà della parte orientale andò alla Russia e il rimanente alla Polonia e, soprattutto costituì fino al 1990 la Ddr (Repubblica democratica tedesca). Nel 1947, gli alleati ne sancirono la scomparsa.

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