
Il peperoncino può condividere, con il pepe, lo scettro di protagonista delle tavole di tutto il mondo. Oltre che in tavola, viene largamente usato in fitoterapia, è inoltre efficace soprattutto per alleviare i dolori muscolari e quelli derivanti dall’artrite. È utilizzato per normalizzare la pressione sanguigna e se assunto per uso interno, giova alla circolazione del cuore.
È molto ricco di vitamina C e di sostanze antiossidanti.
È usato con carni, salumi piccanti, salse, formaggi e persino nel cioccolato.
Ci sono diversi formati e colori, si trova più facilmente rosso, gusto sempre molto forte. In
alcune regioni è abbondantemente utilizzato e non solo nelle salse.
Buona usanza è quello di preparare l'olio al peperoncino ed unirlo a piacimento nelle diverse preparazioni.
La più indiavolata delle spezie è di benessere:
è ricca di vitamine antiossidanti facilita la digestione,
stimola la circolazione. Ma, soprattutto dà una marcia in più al tuo metabolismo.
Piccante relax!
Anche tu hai sempre sentito parlare del potere afrodiasico del peperoncino?
Bhe, sappi che in realtà non ne ha. E che, anzi, potrebbe addirittura favorire una sensazione di rilassante benessere. La capsaicina il principio che dà a questa spezia il suo sapore piccante “aggredisce” chimicamente le papille gustative. Queste trasmettono uno stimolo intenso al cervello il quale, interpretandolo come una sofferenza, innesca la produzione di endorfine, l’antidolorifico naturale del nostro organismo, che agiscono come tranquillante.
La presunta capacità afrodisiaca del peperoncino deriva dalle sue effettive proprietà vasodilatatorie. Però, per fare in modo che questa raggiunga la zona pelvica, bisognerebbe ingerire una quantità enorme di spezia: non basta certo una “spolverata” con cui si insaporiscono gli spaghetti. Per un incontro very hot conta molto di più un’atmosfera coinvolgente e la compagnia giusta.
Ti piacciono le situazioni piccanti, anche in cucina? Fatti travolgere dalla passione di quel piccolo diavolo rosso che, ai fornelli accende i piatti di gusto e allegria. Stiamo parlando del peperoncino, un concentrato di sapore che porta in tavola anche un pizzico di salute.
Questa spezia, infatti, regala al tuo organismo preziosi effetti benefici: ne basta una spolveratina per favorire la digestione e sfruttare le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Sei perplesso per quel che ne sai, ha proprio una cattiva fama (passa per un ingrediente indigesto, che brucia lo stomaco e lascia una sgradevole sensazione di lingua in fiamme)?
Pregiudizi e falsi miti. Intanto la giusta dose di peperoncino assicura un buon apporto di vitamine A e C, i principi attivi che difendono le cellule dall’invecchiamento. Ma non è tutto. Brucia sì, ma i grassi!
Questa spezia, per esempio, ti aiuta a dimagrire, è merito della capsaicina: una sostanza, di cui il peperoncino è ricchissimo che risveglia il metabolismo, permettendo all’organismo di attaccare le scorte energetiche (gli odiati cuscinetti di grasso) fino al 25 per cento in più rispetto a un piatto “piatto”. E la percentuale aumenta se “annaffi” il tuo menù piccante con del tè nero, preziosa fonte di caffeina dalle proprietà stimolanti.
Ok per lo stomaco in subbuglio
Mangi male, di corsa e, spesso hai una sensazione di pesantezza accompagnata da nausea?
Un buon motivo per spolverare il tuo piatto con un pò di “diavolo rosso”. Il peperoncino favorisce la produzione di sostanze digestive e agisce indirettamente come antidolorifico favorendo la produzione di endorfine. E il merito è ancora della capsaicina: blocca il funzionamento di quelle fibre nervose che inviano gli impulsi dolorosi dal tubo digerente al cervello.
Ricco anche di vitamina K
Ti sembrerà strano (di solito si sente dire l’esatto contrario), ma il peperoncino può rivelarsi un toccasana anche per un disturbo antipatico e imbarazzante: le emorroidi. Il suo effetto rinvigorisce sulla circolazione e sui capillari, infatti, combatte i “ristagni” e mantiene l’elasticità delle pareti venose, il modo migliore per prevenire questo doloroso problema.
La stessa preziosa spezia ti viene in aiuto anche se ti sanguina il naso facilmente contiene vitamina K, di cui sono riconosciute le proprietà antiemorragiche.
Abituati poco alla volta
Se non sei abituato a consumarlo, comincia con poco alla vota. puoi accompagnarlo anche con il latticini, come le salse allo yogurt o formaggi molli. Sai perché? La caseina, la principale proteina del latte, “abbraccia” le molecole piccanti della capsaicina e le separa dai recettori della lingua. Così attenui la sensazione del piccante, ma non rinunci alla fonte di vitamine e antiossidanti. Per lo stesso motivo se, a tavola, ti accorgi di avere esagerato con le dosi, spegni il bruciore con un sorso di latte. La capsaicina, infatti non è solubile: significa che non può essere “lavata” via dalla semplice acqua.
Brucia ma quanto?
Per misurare la piccantezza del peperoncino esistono due “scale” di riferimento: le Unita Scoville (U.S.) e la Dremman ’s Hotness Scale. La prima prende il nome di Wibur Scoville, un farmacista che nel 1912, fece assaggiare vari tipi di peperoncino a gruppi di volontari.
In base alle sensazioni raccontate, attribuì dei “punti” e compilò una classifica. In seguito il test di Scoville si perfezionò: l’estratto di peperoncino veniva diluito in acqua e zucchero fino a quando la piccantezza non era più percepibile. Oggi si basa su analisi computerizzate per calcolare il contenuto di capsaicina, la sostanza responsabile della piccantezza. Quindi il peperone dolce, a cui manca la capsaicina, vale 0 U.S. mentre quello più agguerrito, come l’habanero, ne vale 300.000. La seconda scala, invece, classifica i peperoncini in base alle dimensioni e al sapore pungente.
Qui vale la regola: più è piccolo, più è piccante. Per semplificare, di solito gli esperti valutano il grado di piccantezza attribuendo un punteggio da 0 a 10.
Quando è meglio evitarlo
Non darlo ai bambini, soprattutto piccoli: il loro stomaco non riesce a digerirlo.
Inoltre non ci sono studi che confermino possa essere benefico sui giovanissimi.
Per lo stesso motivo evita il peperoncino in gravidanza e durante l’allattamento.
E’ vietato a chi soffre di disturbi cronici del tratto gastrointestinale, come infiammazioni e coliti, a chi è affetto da diverticoli, le piccole sacche che si formano nell’intestino dove il cibo può ristagnare. Sconsigliamo anche a chi si sottopone a terapie con farmaci anticoagulanti (esempio l’aspirina): ne contrasta l’azione. Vietato l’uso topico (olio, pomate) se la pelle è irritata o se soffri di dermatite da contratto.
Maneggiare con cura
In polvere o intero. quando usi il peperoncino segui alcune semplici precauzioni. Proteggi le mani indossando i guanti (quelli sottili da chirurgo): le varietà più piccanti potrebbero irritare la pelle. Se lo maneggi senza protezioni non toccarti mai gli occhi e fa molta attenzione quando spolverizzi il prodotto essiccato: agita il contenitore vicino al piatto. In modo che le microparticelle del peperoncino non volino fino agli occhi.
Da gustare fresco, crudo o cotto
Ecco le principali qualità di peperoncino da consumare fresco con salse, zuppe, carne e pesce.
Le abbiamo elencate in base al grado di piccantezza.
Habanero: il più colorato.
Esiste di diversi colori: arancione, rosso, bianco e viola. E’ piccolo e tondeggiante e ha un caratteristico sapore fruttato. Indicato per pesce e crostacei. Piccantezza: 10.
Jalapeno: dal Messico con gusto.
Ha una forma lunga e triangolare. Maturo è di un bel rosso vivo, altrimenti appare verde scuro. Quello originario del Messico è più piccante rispetto a quello californiano. Indicato per salse, zuppe, insalate di fagioli e carne. Piccantezza: 5-6.
Poblano: da tostare.
La sua buccia ha uno sgradevole sapore di “affumicato”, quindi va consumato tostato e pelato.
E’ verde scuro, quasi nero. I più grandi hanno un sapore più intenso. Ottimo nei piatti a base di riso e nelle carni rosse. Piccantezza: 2.
Anche in pillola
Si tratta dell’estratto secco polverizzato e compresso. Non sono molte diffuse: puoi trovarle nelle erboristerie e nelle farmacie.
Tintura madre
E’ il macerato idroalcolico. In pratica il peperoncino viene lasciato macerare, per una settimana, in una miscela di acqua e alcol, per disciogliere i suoi principi attivi. E’ molto concentrata e, quando la usi, ne bastano pochissime gocce.
Contro i piccoli disturbi
Il peperoncino è ricco di risorse. Gli scienziati ne stanno sperimentando l’uso come analgesico, grazie al contenuto di capsaicina: la capacità d’inibire la sensazione di dolore causato dai processi antinfiammatori è ormai appurata. Così, se proprio non ne ami al sapore piccante, puoi provarlo come rimedio naturale per i piccoli disturbi. Ecco i suggerimenti del nostro esperto.
Usa la tintura madre per...
Stimolare la digestione. Prepara un infuso con una bustina di camomilla o melissa e, quando è ancora caldo, aggiungi 15 gocce di tintura madre. Gustalo subito dopo i pasti con un pò di miele come dolcificante.
Combattere la febbre. Sciogli 20 gocce di tintura madre in un cucchiaino di miele, meglio se di acacia o di timo per mitigare il pizzicore. Ripeti per 4 giorni, preferibilmente la sera.
Attenta, pero: se al secondo giorno la febbre non accenna a diminuire, consulta un medico.
Migliorare la laringite. Sciogli 15-20 gocce di tintura madre in un bicchiere d’acqua. Fai dei gargarismi mattina e sera per 5-6 giorni. Alla soluzione puoi aggiungere 20 gocce di tintura di propoli: così acceleri la guarigione.
Scegli la compressa per...
Ridurre il colesterolo. Il peperoncino mantiene elastiche le arterie e favorisce il flusso sanguigno, perciò prendine 3 compresse al giorno, per 20 giorni. Ripeti in tre cicli, con un intervallo di 10 giorni tra l’uno e l’altro. Se devi abbassare il colesterolo di soli pochi punti ok a 20-30 giorni.
Alleviare i dolori mestruali o regolarizzare un ciclo abbondante. Prendi 3 compresse al dì per 4-6 giorni del ciclo.
Prevenire l’arteriosclerosi. Il peperoncino può aiutarti a evitare l’indurimento delle arterie con 2 compresse, 2 volte al giorno, per 15 giorni. Puoi protrarre il trattamento per 5-6 mesi, con intervalli di 2 mesi tra un ciclo e l’altro.
Muscoli indolenziti? Massaggiali con l’olio
Si prepara con 2,5 g di peperoncino in polvere da sciogliere in 100 ml di olio d’oliva o, mandorle dolci. Quando lo applichi metti qualche goccia su un panno di cotone e poi massaggia l’area dolorante fino al completo assorbimento. Per scongiurare le irritazioni, provalo prima sull’avambraccio e controlla che non compaiono rossori.
Attenua le flebite
Non sottovalutarla e parlane prima col tuo medico. La soluzione al peperoncino? Massaggia la zona arrossata 2 volte al dì, per 15-20 giorni.
Dà sollievo all’artrite
L’infiammazione delle articolazioni può essere l’eredità di un trauma o di un reumatismo. Massaggia la parte interessata due volte al giorno, per circa un mese. Quindi puoi ripetere la “terapia” dopo 4-5 giorni di pausa.
Allevia i dolori muscolari e i crampi
Partendo dalla schiena e scendendo fino alle gambe, friziona la zona dolorante 1-2 volte al dì, per 10 giorni.
Peperoncini ornamentali
E' il momento giusto per acquistarli, (inizio primavera) perché è proprio in queste settimane che si vestono dei loro bellissimi frutti rossi, gialli, verdi, rancio. Sono piante facili da coltivare: hanno bisogno di molto sole, tanta acqua, in modo che il terreno sia sempre un pò umido, e concime liquido per piante fiorite ogni due settimane. Così facendo, i frutti resisteranno fino a Natale. L'unico nemico è il freddo intenso: eventualmente, ruturateli in casa da metà novembre in avanti. Le varietà in commercio, tutte con frutti commestibili, sono decine. La nuova si chiama Medusa e ha la caratteristica di avere il frutto prima bianco e poi, a maturazione completa, rosso fuoco. L'Habanero è invece il peperoncino dai frutti in assoluto più piccanti.
Ricordatevi che...
I peperoncini ornamentali non sopportano i ristagni d'acqua nel sottovaso: buttate via l'acqua fuoriuscita dal foro di scolo.
Il frutto “infuocato” che rinforza e depura
Grazie al contenuto di principi antiossidanti e antinfiammatori, la bacca del capsicum annuum agisce come un antibiotico naturale e “accende” l’energia vitale
Meno fiori, frutti più grandi
Per ottenere frutti più corposi, basta eliminare qualche fiore durante la fase di crescita della pianta, in tarda primavera
Sotto il nome di Peperoncino (Capsicum annuum) vi sono molte varietà che possono essere coltivate anche sul balcone e tutte sono di notevole interesse decorativo, culinario e medicinale. L’origine di questa bellissima pianta è l’America Meridionale ed appartiene alla famiglia delle Solanaceae, come i peperoni, le patate e le melanzane. Di questo frutto (che in realtà è una bacca) sono note le virtù terapeutiche fin dai tempi antichissimi: pare che già nel 5500 a .C. gli indios messicani lo usassero come condimento digestivo, e Cristoforo Colombo lo fece conoscere in Europa al ritorno del suo secondo viaggio nelle Americhe. Sotto il profilo terapeutico al peperoncino si riconoscono proprietà disinfettanti, digestive a antibiotiche; ha anche virtù antiossidanti. Oltre che in terra piena, può essere comodamente coltivato in vaso per averlo sempre a portata di mano in cucina. Ne basta un pezzettino, fresco o essiccato, aggiunto alle pietanze per facilitarne la digestione, soprattutto se contengono grassi animali.
Meglio procurarsi le piantine già cresciute:
vanno trapiantate non appena inizia a far caldo
Il peperoncino può essere ottenuto anche dai semi, ma è un’operazione che non ha sempre un buon esito. È preferibile procurarsi in vivaio le piantine già cresciute, che vanno messe a dimora fra aprile e maggio in contenitori di almeno 25-30 cm di diametro. Predilige un’esposizione soleggiata e le irrigazioni devono essere regolari, senza aspettare che il terriccio si asciughi. Per la raccolta, tutto dipende dal periodo del trapianto e mediamente devono passare 4-5 mesi. I frutti dei peperoncino da condimento devono maturare sulla pianta prima della raccolta, meglio se quasi secca: poi la si estirpa e si appende a testa in giù in luogo asciutto, conservandosi così fino alla prossima raccolta.
Ti aiuta anche a bruciare le tossine mentali
In virtù del suo bel colore rosso e dal suo sapore decisamente piccante, il peperoncino evoca il fuoco e la sua capacità depurativa del calore. Di fatto, sappiamo che il peperoncino contribuisce a neutralizzare germi e batteri intestinali: non a caso la sua bacca matura nel pieno dell’estate, proprio quando a causa del caldo è più frequente soffrire di disturbi addominali e di cattiva digestione. Coltivare un peperoncino conferma questa volontà di depurazione e la tendenza a voler “bruciare” il sovrappiù, arricchendo la propria dieta di sapori forti e disintossicanti. Il colore scarlatto del frutto, inoltre, ha un effetto cromo terapico altamente stimolante.
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