Tradizioni pagane e cristianesimo si intersecano nel culto di San Calogero, assai venerato in molti centri sella Sicilia Sud-Occidentale, Agrigento, Sciacca, Naro, legati dal comune denominatore delle acque calde che sgorgano dal sottosuolo e dalle grotte riscaldate tra soffi di vapore bianco, Calogero, infatti, è il santo delle thermae, colui che scoprì i benefici effetti terapeutici e ne insegnò l’uso agli abitanti nelle sue lunghe peregrinazioni missionarie. Secondo la tradizione Calogero era nato a Calcedonia, in Tracia, nel V secolo e fin da bambino aveva mostrato una tale devozione alla fede cristiana da decidere di consacrare la vita a Dio. Venne così a Roma dove il Papa gli accordò il permesso di ritirarsi in un eremitaggio, che il futuro Santo abbandonò quando un’ispirazione gli impose di recarsi in Sicilia e di evangelizzare quel popolo ancora pagano. Nello svolgere il suo compito soggiornò dapprima a Lipari, dove una sorgente termale porta ancora oggi il suo nome e dove, nel 526, come racconta San Gregorio Magno, ebbe la visione precisa della morte del re goto Teodorico. Giunto a Selinunte convertì gli abitanti e salì poi sul monte Cronios, volendo scacciare le potenze infernali che per credenza popolare li dimoravano, visti i numerosi crepacci da cui fuoriuscivano getti di vapori solforoso. Reso famoso il luogo quieto e paradisiaco, Calogero decise di ritirarvisi e si scelse una grotta tuttora visitabile, la dotò di un semplice altare e vi rimase fino alla morte, quasi novantanovenne, nutrendosi solo del latte di una cerva che lo visitava ogni giorno. La sua festa, che cade il 18 giugno, è celebrata diversamente nelle città siciliane di cui è patrono, ma sempre in modo molto sentito perché Calogero (il cui nome dal greco Kalogheros significa “buon vecchio”) è da sempre il santo guaritore a Naro, ad esempio, si svolge l’attesissima processione con la statua del Santo che ha il volto nero; posta sulla “Vara dei Miracoli”, al consueto grido di “Viva Diu e San Calo” si muove tirata per mezzo di grosse funi da migliaia di fedeli d’ambo i sessi provenienti da tutta la Sicilia , con tali manifestazioni di devozione da rasentare quasi un antico culto dionisiaco.
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