
Esiste una basilica a Roma, tra il Colosseo e il Monte Celio, che si presenta come una straordinaria stratificazione di edifici di epoche diverse, in cui grazie al paziente lavoro degli archeologici è possibile effettuare un vero e proprio tuffo a ritroso della storia della sacrestia dell’attuale basilica (XI secolo), si scende nella primitiva chiesa del IV secolo, interrata dopo che l’incursione Normanna del 1084 l’aveva lasciata pericolante e inagibile, ma non priva dei magnifici affreschi che la ricoprivano. Da una scala della sua navata sinistra si può accedere ad un terzo livello, costituito da edifici pagani del I secolo d.C., a loro volta eretti su resti di case distrutte dall’incendio di Nerone. Tutto il complesso è intitolato a San Clemente, terzo Papa dopo San Pietro, la cui figura storica è tuttora avvolta dal mistero. Le poche testimonianze sicure lo identificano nel Clemente ricordato da San Paolo nella Lettera ai Filippesi, e fissano il suo pontificato tra il 92 e il 101 d.C..
La leggendaria La leggendaria Passio Sancti Clementis ci narra, invece di un patrizio romano che convertito al Cristianesimo divenne instancabile predicatore e per questo fu esiliato da Traiano a Chersoneso in Crimea, per lavorare come schiavo in una miniera di marmo. Operando anche lì conversioni e miracoli – fece sgorgare, tra l’altro, l’acqua da una roccia nel luogo che gli era stato indicato da un agnello, dissetando 2.000 compagni-, le autorità romane lo condannarono a morte e lo gettarono in mare con un’àncora al collo. Un angelo, racconta ancora la Passio , recuperò il corpo di Clemente seppellendolo in una delle tante isolette della baia. Tutti gli anni il 23 novembre, giorno della sua festa, una straordinaria bassa marea permetteva agli abitanti di Chersoneso di recarsi sull’isola a celebrare il santo. Così per diversi decenni, finchè rivolgimenti storici spazzarono via del tutto la memoria dell’avvenimento, mentre a Roma la basilica eretta in suo onore nel IV secolo aspettava ancora le reliquie del santo. Queste si materializzarono nell’867, quando gli apostoli degli Slavi, i santi Cirillo e Metodio, giunsero a Roma riportando le reliquie del IV papa, da loro fortunatamente ritrovate durante un viaggio nel vicino Oriente, come ci testimonia un affresco ancor oggi visibile nella basilica inferiore. Il culto del santo sa allora conobbe larga diffusione: numerose sono le località italiane di cui è patrono e che festeggiano il suo dies natalis, tra esse il paese di San Clemente sulle colline di Rimini, teatro della fiera legata sempre alla degustazione dei celebri vini locali.
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