
San Ciro. Medico, eremita, taumaturgo, martire, san Ciro, venerato patrono di molte località dell’Italia meridionale, era nato nel III secolo d.C. ad Alessandria d’Egitto. Le fonti leggendarie greche narrano che Kyros (dal persiano Kurush, di ignoto significato) proveniva da una famiglia pagana patrizia, ma si era presto convertito al cristianesimo intraprendendo la carriera di medico per essere d’aiuto al prossimo. Non curava infatti solo chi poteva pagare: ai più poveri offriva i suoi servigi gratuitamente e, aveva anzi aperto per loro, nella sua casa, un dispensario di medicinali. Fu detto per questo “anargiro”, cioè nemico del denaro. Lasciata l’attività, decise di ritirarsi nel vicino deserto per consacrare totalmente la sua vita a Dio divenendo eremita.
Un giorno si presentò da lui Giovanni di Edessa, un soldato romano rivestito da una splendente armatura che si prostrò ai suoi piedi e gli disse: “Sono tuo”. Costui dopo esser stato un fanatico persecutore dei cristiani, aveva sentito parlare delle virtù di Ciro ed era corso a cercarlo perché il futuro santo gli facesse da guida spirituale. Ciro e Giovanni vissero da allora insieme fino al martirio, avvenuto all’inizio del IV secolo quando ad Alessandria ripresero con forza le persecuzioni. Venuti a sapere, infatti, che quattro donne erano state arrestate e non abiuravano la fede, i due eremiti decisero di andare a portare loro conforto. Furono così anch’essi arrestati e successivamente decapitati insieme alle quattro prigioniere. Era il 31 gennaio di un anno imprecisato. Le reliquie di san Ciro – subito oggetto di venerazione popolare perché ritenute in grado di guarire le malattie – furono poco dopo traslale in un santuario costruito appositamente a Menouthis vicino al luogo del martirio. La località ha oggi il nome di Abukir, deformazione di Abbas Kyros, testimonianza di un culto per il santo profondamente radicato nonostante il santuario fosse stato presto distrutto dalla furia dell’invasione musulmana. Le sue reliquie troveranno allora rifugio a Roma e quindi a Napoli, tutt’ora custoditi nella splendida chiesa del San Gesù Nuovo e dando vita ad una devozione e a una serie di patronati non solo nel Napoletano, ma in tutta l’Italia meridionale. In Sicilia, ad esempio, a Marineo (Pa), in Puglia a Grottaglia (Ta), dove i festeggiamenti per san Ciro durano un’intera settimana e, la sera del 30, avviene la suggestiva benedizione e accensione della Foc’ra, catasta di legna con all’apice l’immagine del santo – e il 31 la processione della statua per le vie della città, seguita da una folla di fedeli a piedi nudi.
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