Il patrono di Arezzo e di molte altre località italiane che devono a lui il nome, era nato a Nicomedia (Turchia) nella prima metà del IV secolo d.C. secondo una Passio più tarda e poco attendibile , Donato sarebbe stato istruito a Roma alla fede cristiana dal prete Pimenio ed avrebbe avuto come compagno di studi il futuro imperatore Giuliano l’Apostata. Quest’ultimo, quando nel 361 salì al potere, dimentico degli insegnamenti ricevuti, intraprese una persecuzione della Chiesa in cui morirono, oltre a Pimenio, anche i genitori di Donato. Il santo si salvò fuggendo ad Arezzo, dove fu accolto dal monaco Ilariano.
Ad Arezzo Donato visse da eremita evangelizzando le campagne e compiendo miracoli, finché non fu nominato vescovo. È il momento dei grandi prodigi, come quelli del calice e del drago, episodi che hanno ispirato i due attributi tipici, con cui il santo è ritratto nella pala della basilica di San Domenico ad Arezzo.
Un giorno, durante una messa, mentre ha in mano il calice col vino consacrato, un gruppo inferocito di pagani irrompe nella chiesa e getta a terra il calice che si rompe in mille pezzi. Donato con pazienza raccoglie tutti i frammenti e lo ricompone, tranne parte del fondo, sparito per opera del demonio. Malgrado il buco, il calice tratterrà il vino e sarà utilizzato per molti anni ancora, come ricorderà in seguito anche san Gregorio Magno.
Un altro giorno Donato sale su un asino per recarsi a purificare una sorgente velenosa che uccideva chiunque ne bevesse. Iniziata la preghiera, un drago esce dall’acqua e si lancia contro Donato, che lo frusta, o in altre versioni, gli sputa in bocca, uccidendolo e purificando la fonte. Successivamente accusato di stregoneria, il vescovo subì il martirio per decapitazione, ma prima liberò una fanciulla dal demonio.
Sepolto in una collinetta fuori le mura di Arezzo, le reliquie furono traslate nel XIII secolo nella cattedrale gotica dedicategli, dove ancora oggi il 7 agosto, i devoti si riuniscono per rievocarne la memoria.
La festa culmina in uno spettacolo pirotecnico degno di un santo taumaturgo, la cui fama è sparsa dal Medioevo in tutta Italia.
Nessun commento:
Posta un commento