sabato 11 agosto 2012

SAN GREGORIO L'ILLUMINATOE

San Gregorio l’Illuminatore.
La strada di Napoli celebra in tutto il mondo per i suoi presepi prende il nome dalla chiesa dedicata al santo evangelizzatore degli Armeni, San Gregorio, detto anche l’Illuminatore perché aveva portato la luce di Cristo a quel barbaro popolo caucasica nel lontano IV secolo d.C. Gregorio era nato da nobile famiglia: scampato alla strage dei genitori ordinata dal re Kosrov, fu portato a  Cesarea di Cappadocia da una nutrice che lo allevò nella fede cristiana al punto che nel 310 egli abbracciò il sacerdozio, pur dopo una felice esperienza matrimoniale da cui erano nati due figli, che sarebbero anch’essi diventati santi. Passato al servizio del re pagano Tiridate III, un giorno Gregorio si rifiutò di officiare un sacrificio cruento e il re lo punì con una sequenza di 14 crudelissimo tormenti, sulla veridicità  storica c’è per fortuna molto da dubitare. Gettato in un carcere della capitale denominato “Pozzo profondo”e lì trattenuto per ben 14 anni, ne uscì infine per battezzare Tiridate che, ammalatosi da un misterioso morbo che lo faceva somigliare ad un cinghiale (era forse licantropia?) e per il quale non si trovava rimedio, aveva capito che solo una conversione avrebbe potuto salvarlo. Gregorio fece il miracolo e fu allora consacrato primo vescovo d’Armenia, promovendo in questa veste l’evangelizzazione del suo paese. Trascorse gli ultimi anni di vita da eremita sui monti Sepuh dove morì tra il 328 e il 33, divenendo subito oggetto di grande devozione nell’Oriente cristiano. La sua fama nell’VIII secolo raggiunse anche l’Italia meridionale al seguito dei monaci greci che fuggivano le persecuzioni iconoclaste. Fra le reliquie e le icone che essi trasportavano ce ne erano alcune preziose dell’Illuminatore, che per motivi diversi vennero lasciate in parte a Nardò, nel Salento, in parte a Napoli dove nella splendida chiesa di san Gregorio degli Armeni, edificata nel 930 e poi ricostruita in epoca barocca, è ancora oggi conservato il suo capo.
La suggestiva festa patronale di San Gregorio a Nardò cade ogni anno il 20 febbraio: questa data ricorda il terribile terremoto che scosse il Salento nel 1743 e che distrusse con la sua potenza quasi tutta la città, lasciando però illesa la maggior parte degli abitanti. Si racconta che ciò accadde per l’intercessione del santo, la cui statua la sera prima aveva avvertito del pericolo i cittadini girando il braccio ed indicando così una via di fuga. San Gregorio avrebbe voluto manifestare così in maniera tangibile la protezione sulla città che gli aveva offerto ospitalità e degna dimora.

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