Il venerato santo d’Irlanda, era un romano-britanno nato intorno al 385 in Scozia. Secondo la tradizione, Meawyn Succat – questo il suo vero nome – pare fosse il rampollo di una nobile e pia famiglia di origine romana. A 16 anni fu rapito dai pirati irlandesi e venduto come schiavo a Muirchu, re del North Dal Riada (Irlanda del Nord), e fu costretto a fare il pecoraio per sei lunghi anni, finché non riuscì a fuggire. Nel frattempo aveva imparato il gaelico e le pratiche magico-religiose dei Druidi oltre a essersi rafforzato nella fede cristiana, suo maggior conforto in quel periodo difficile. Percorse a piedi 184 miglia, Maewyn si imbarcò clandestinamente su una nave diretta in Inghilterra e tornò alla sua famiglia e alla Chiesa, divenendo ben presto diacono. Recatosi in pellegrinaggio in Gallia, venne consacrato vescovo da San Germano d’Auxerre e in questa veste raggiunse anche l’Italia. In seguito papa Celestino I gli affidò l’incarico di evangelizzare le isole britanniche e gli impose il nome di Patrizio. Infaticabile nello zelo missionario, Patrizio nel 432, anno del suo ritorno in Irlanda, operò là moltissime conversioni con notevoli rischi e pericoli; più volte minacciato e perseguitato, capì l’importanza di non abolire i riti pagani dei Druidi, ma di mantenerli, opportunamente modificati, nella pratica del Cristianesimo, e in tal modo fu maggiormente accetto dal popolo. Così, ad esempio, il simbolo del sole, caro al paganesimo celtico, fu inserito sulla croce che da allora venne chiamata appunto croce celtica. Per la sua grandiosa opera divenne eroe nazionale e venerato patrono. Molte le leggende sorte dopo la sua morte, avvenuta il 17 marzo 461: dall’aver liberato l’isola dai serpenti, gettandoli per sempre in mare, all’aver usato un trifoglio per spiegare il dogma della Trinità, alla più celebre, quella del “pozzo di san Patrizio”, un pozzo senza fondo da cui si sarebbero aperte le porte del Purgatorio. Tanto celebre che ad Orvieto, nel 1527 fu dato lo stesso nome ad uno straordinario pozzo (62m) con doppia scalinata di 248 gradini costruito per fornire acqua alla città in caso di assedio. Da qui i festeggiamenti anche in Italia del santo: nei giorni intorno al 17 marzo a Firenze, Verona, Lodi si susseguono iniziative musicali e folcloristiche, incontri di rugby e calcio, con protagonisti provenienti anche dall’isola del trifoglio. A Dublino, per una settimana si susseguono ininterrotte celebrazioni.
sabato 11 agosto 2012
SAN PATRIZIO
Il venerato santo d’Irlanda, era un romano-britanno nato intorno al 385 in Scozia. Secondo la tradizione, Meawyn Succat – questo il suo vero nome – pare fosse il rampollo di una nobile e pia famiglia di origine romana. A 16 anni fu rapito dai pirati irlandesi e venduto come schiavo a Muirchu, re del North Dal Riada (Irlanda del Nord), e fu costretto a fare il pecoraio per sei lunghi anni, finché non riuscì a fuggire. Nel frattempo aveva imparato il gaelico e le pratiche magico-religiose dei Druidi oltre a essersi rafforzato nella fede cristiana, suo maggior conforto in quel periodo difficile. Percorse a piedi 184 miglia, Maewyn si imbarcò clandestinamente su una nave diretta in Inghilterra e tornò alla sua famiglia e alla Chiesa, divenendo ben presto diacono. Recatosi in pellegrinaggio in Gallia, venne consacrato vescovo da San Germano d’Auxerre e in questa veste raggiunse anche l’Italia. In seguito papa Celestino I gli affidò l’incarico di evangelizzare le isole britanniche e gli impose il nome di Patrizio. Infaticabile nello zelo missionario, Patrizio nel 432, anno del suo ritorno in Irlanda, operò là moltissime conversioni con notevoli rischi e pericoli; più volte minacciato e perseguitato, capì l’importanza di non abolire i riti pagani dei Druidi, ma di mantenerli, opportunamente modificati, nella pratica del Cristianesimo, e in tal modo fu maggiormente accetto dal popolo. Così, ad esempio, il simbolo del sole, caro al paganesimo celtico, fu inserito sulla croce che da allora venne chiamata appunto croce celtica. Per la sua grandiosa opera divenne eroe nazionale e venerato patrono. Molte le leggende sorte dopo la sua morte, avvenuta il 17 marzo 461: dall’aver liberato l’isola dai serpenti, gettandoli per sempre in mare, all’aver usato un trifoglio per spiegare il dogma della Trinità, alla più celebre, quella del “pozzo di san Patrizio”, un pozzo senza fondo da cui si sarebbero aperte le porte del Purgatorio. Tanto celebre che ad Orvieto, nel 1527 fu dato lo stesso nome ad uno straordinario pozzo (62m) con doppia scalinata di 248 gradini costruito per fornire acqua alla città in caso di assedio. Da qui i festeggiamenti anche in Italia del santo: nei giorni intorno al 17 marzo a Firenze, Verona, Lodi si susseguono iniziative musicali e folcloristiche, incontri di rugby e calcio, con protagonisti provenienti anche dall’isola del trifoglio. A Dublino, per una settimana si susseguono ininterrotte celebrazioni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento