venerdì 10 agosto 2012

SAN MARINO

San Marino. La Repubblica di San Marino, il terzo Stato più piccolo d’Europa, con i suoi 61,196 kmq arroccati sull’Appennino tra Emilia Romagna e le Marche, prende il nome da un santo la cui vicenda storica rimane avvolta nel dubbio, testimoniata com’è solo da una leggendaria e anonima Vita Sancti Marini del XII secolo. Secondo tale racconto, nell’anno 257 l’imperatore Diocleziano avrebbe emanato un editto per ricostruire le mure dell’antica Rimini distrutta dai Liburni. Tra i tagliatori di pietra giunti da tutta Europa, ve ne erano due originari della Dalmazia, Marino e Leo, forse accordi là per sfuggire ad una persecuzione di carattere religioso. I due invitati ad estrarre la roccia sul Monte Titano e là resteranno tre anni lavorando alacremente, finchè Leo non decide di stabilirsi sul vicino Monte Feliciano dove si scaverà una cella sulla roccia per dedicarsi alla preghiera. Quella diventerà poi l’oratorio di San Leo. Marino, invece, si recherà a Rimini e dopo dodici anni vissuti nella fede tornerà sul Monte Titano e capo di una piccola comunità di fedeli. È il periodo dei grandi miracoli.
La Vita narra in primis della guarigione di una peccatrice dalmata posseduta dal demonio, che tentava di circuire Marino spacciandosi per la sua legittima moglie; dell’ammaestramento di un orso; dell’incontro con Verissimo, il figlio di donna Felicissima, proprietaria del terreno su cui sorgeva il monte, il quale intendeva scacciare il santo dai possedimenti della madre. Intuendo i suoi propositi, Marino prese a pregare la Provvidenza e in quel momento Verissimo cadde a terra paralizzato. La madre in preda alla disperazione implorò il santo di aiutarla promettendogli qualsiasi ricompensa, ma Marino chiese solo la sua conversione e quella della sua numerosa famiglia, cosa che puntualmente avvenne alla guarigione del giovane. Felicissima donò al santo il Monte Titano, che oggi è l’emblema della Repubblica di San Marino con le sue tre torri medioevali, e su quelle rocche Marino continuò la sua vita di preghiera e solitudine fino alla morte, che lo colse in un anno imprecisato (forse il 366). Le sue reliquie sono oggi conservate nella Basilica a lui dedicata, nella Città di San Marino e da là ogni anno, il giorno della festa del santo patrono, è anche la festa nazionale, parte la solenne processione per le vie del paese, seguita nel pomeriggio alla Cava dei Balestrieri, dal Palio delle Balestre Grandi e dalle esibizioni degli sbandieratori, a ricordo del passato medioevale, per finire con rullanti e suggestivi fuochi d’artificio.

Nessun commento:

Posta un commento