mercoledì 15 agosto 2012

SANTA ZITA

La santa più amata a Lucca, patrona delle domestiche e delle governanti per il mestiere che aveva esercitato con abnegazione tutta la vita, Zita, era nata nel 1218 nel piccolo paese di Mansagrati, vicino a Lucca, da genitori tanto poveri quanto religiosi.
Il padre, semplice pastore e contadino, non riuscendo a sfamare la famiglia accettò di buon grado che la figlia a 12 anni si recasse a servizio nella casa del ricco mercante lucchese Pagano Fatinelli, casa che esiste ancora oggi e in cui si può vedere l’angusta stanzetta che alla futura santa era riservata. Infaticabile nei lavori domestici che le procuravano il plauso dei padroni, ma nello stesso le angherie invidiose del resto della servitù,
Zita occupava il poco tempo libero pregando e prendendosi cura con tutta se stessa dei poveri e degli ammalati.
Mangiava lo stretto necessario per lasciare qualcosa a chi aveva più bisogno di lei, tanto da divenire, come si legge in un antico manoscritto, “esile come un fuscello”. Eppure fu sempre pronta, docile e mansueta, ad accollarsi i lavori più faticosi.
Divenne così stimata dai Fatinelli, e presto le fu affidato il governo della casa, che ella portò con grande modestia e senza insuperbire. Unica distrazione, la messa nella vicina parrocchia di San Frediano. Si narra che una volta, rimasta troppo a lungo a pregare dopo la comunione, Zita fosse in ritardo proprio la mattina che doveva fare il pane. Rientrata di corsa a casa, trovò la madia con la farina già impastata senza che nessuno l’avesse toccata: tutti furono sicuri che l’avessero impastata gli angeli.
Molti sono gli episodi legati alla generosità della santa: in un periodo di carestia, Zita non esito a distribuire agli affamati le fave di un cassone trovato in casa che non sapeva fossero già state vendute. All’arrivo dell’acquirente, si rivolse sgomenta al Signore, quando, aperto esso fu trovato ancora pieno. Un altro giorno, mentre Zita stava uscendo di nascosto con il grembiule pieno di pane avanzato da donare ai poveri, fu sorpresa dal padrone che le chiese arrabbiato cosa portasse fuori. E il miracolo si compì: mostrando il grembiule, questo era colmo di rose e fiori.
A ricordo di quell’episodio, ancora oggi, nella settimana che precede il 27 aprile, giorno della festa della santa, per le strade di Lucca è organizzato un sontuoso mercato floreale, dove grande è l’affluenza di bambine, poiché Zita in origine significa proprio “bambina, ragazza non sposata” da cui in seguito, per estensione “zitella”. E Zita si chiamerà anche l’ultima imperatrice d’Austria.

Nessun commento:

Posta un commento