domenica 19 agosto 2012

STORTE

Se non c’è gonfiore, la “storta” è poca cosa
Tutto quello che bisogna sapere quando c’è un dolore alla caviglia
«Può capitare, durante un’escursione o una semplice passeggiata, di prendere una “storta” alla caviglia, cioè una distorsione per cui essa si gonfia e inizia a far male a tal punto che non si riesce a camminare. Consiglio allora di curarla più rapidamente possibile per non correre il rischio che i tempi di convalescenza si allunghino. Come rimedi di primo intervento raccomando, anzitutto, gli impacchi di ghiaccio, poi suggerisco d’immobilizzare la caviglia con bendature eseguite  facendo sì che piede e gamba sia posizionati in modo tale da creare una lettera “elle”, e di riposare tenendo la gamba infortunata sollevata rispetto al resto del corpo. L’importante, comunque, è sapere riconoscere se la distorsione è lieve, e quindi si può curare a casa, o invece occorre l’intervento di un medico».  
Come possiamo distinguere una storta lieve da una grave?
«Per le distorsioni sono stati stabiliti quattro gradi di gravità, che i medici hanno classificato da zero a tre, dalla meno alla più seria. Il grado zero ‘ costituito da una distorsione il cui dolore scompare o si attenua nel giro di una decina di minuti circa, e non compromette il movimento della caviglia. Solitamente, le distorsioni di grado zero non danno luogo a gonfiore, né immediatamente né alla sera, quando è più facile che vi sia ristagno di liquidi nella gamba. Poi ci sono le distorsioni di grado uno». 
Come si riconoscono?
«Il dolore provocato da queste distorsioni non impedisce di camminare ma allo stesso tempo non permette, se non con sofferenza, di riprendere l’attività interrotta. Non si riscontra gonfiore subito, ma può comunque presentarsi alla sera. Tale situazione richiede cure, che però si possono fare a casa».
Quali cure?
«Consiglio, appena possibile, di fare un impacco freddo sulla parte colpita dalla distorsione: vanno bene una borsa di ghiaccio, cubetti di ghiaccio avvolti in un fazzoletto, al limite anche un prodotto surgelato. Il ghiaccio elimina il dolore, riduce il versamento interno di liquidi ed elimina pure le contratture muscolari riflesse, cioè non dipendenti dalla nostra volontà, ma che sono spesso causa di sofferenza. Le applicazioni di ghiaccio vanno mantenute per almeno venti minuti ripetute ogni tre ore circa per i primi tre giorni. Quindi si suggerisce di eseguire una bendatura che comprima la parte infortunata, facendo però attenzione che la gamba sia perfettamente perpendicolare al piede, cioè alla fine del bendaggio la posizione tra piede e gamba dev’essere quella della lettera “elle” maiuscola.
Si raccomando inoltre che tale fasciatura non stringa la parte: una stretta eccessiva fermerebbe il riassorbimento del gonfiore, peggiorando la situazione. Poi arriviamo alle distorsioni di grado superiore».
Come si riconoscono le distorsioni di secondo grado?  
«In questo caso, il gonfiore compare pochi minuti dopo il momento della “storta” e si possono vedere anche chiazze rosse sotto la pelle. Esse indicano che alcuni vasi sanguigni si sono rotti. In tale situazione, è impossibile riprendere l’attività fisica e il dolore, anziché passare con il tempo, tende ad aumentare o a rimanere costante per diverse ore. Qui l’intervento si deve fare in parte a casa e in parte al pronto soccorso».
Che cosa si può fare a casa?
«Un impacco di ghiaccio, il più in fretta possibile, nei tempi e nei modi esposti in precedenza. Se però il dolore non si attenua nel giro di un’ora circa, consiglio di andare al pronto soccorso per fare una radiografia che aiuti a comprendere l’entità del danno e a scongiurare l’eventualità di una frattura. Nelle distorsioni di secondo grado il paziente non subisce ma una frattura, ma può esserci un danno ai legamenti, cioè le strutture fibrose che legano le ossa tra loro, diagnosticabile con un’ecografia. In questo tipo di distorsioni, i legamenti, dopo la “storta”, sono stirati, cioè allentati, e non possono più compiere correttamente l’azione di collegamento tra le ossa».     
Come si procede in caso di legamenti stirati?
«La terapia consiste sempre nell’applicazione del ghiaccio, nella compressione della caviglia con una fasciatura rigida che, in tale caso, dev’essere fatta da un medico esperto, e nello stare a riposo per un periodo che varia secondo la gravità della situazione. In questo periodo consiglio di tenere la gamba sollevata da terra, a un’altezza superiore rispetto all’anca con il paziente sdraiato. Prescrivo poi farmaci antidolorifici o antinfiammatori, che aiutano a sopportare il dolore e a velocizzare il processo di guarigione. Infine, abbiamo le distorsioni di terzo grado, che sono le più serie».
E come si riconoscono?
«Il gonfiore inizia subito dopo il trauma e c’è pure un versamento interno di sangue. il paziente non riesce a muovere la caviglia e non può sopportare nemmeno che qualcuno cerchi di farlo. In tale caso, dopo l’applicazione del ghiaccio, gli raccomando di recarsi immediatamente al pronto soccorso più vicino». 
Quale danno provoca una distorsione di terzo grado?
«Può verificarsi la rottura ossea. E il danno viene evidenziato rispettivamente dall’ecografia e dalla radiografia. Se il paziente ha subito la rottura dei legamenti, consiglio un’operazione chirurgica. Fortunatamente, ora gli interventi di questo genere si possono effettuare in artroscopia, cioè inserendo strumenti di piccole dimensioni e operando senza eseguire tagli, ma solo forellini per l’ingresso degli strumenti operatori. In questo modo il recupero risulta più veloce, anche se, tra convalescenza e riabilitazione, non è mai inferiore ai quaranta, sessanta giorni. L’intervento dura solo un’ora e permette le dimissioni in giornata o, al massimo, dopo una notte».   
E nel caso di frattura ossea, invece?
«Devo esaminare quale frattura si è creata e, se necessario, intervenire chirurgicamente per applicare una placca metallica che stabilizzi in posizione corretta le ossa in attesa della guarigione, oppure, se basta, fare l’ingessatura, che comunque il paziente deve portare per quaranta giorni. In questo caso l’intervento si effettua in anestesia generale e  tempi di ricovero sono di tre o quattro giorni. A essi segue un ciclo di fisioterapia per riprendere la corretta mobilità del piede, fino a giungere, in sessanta giorni, alla guarigione competa».  

Il vero e il falso sulle “storte”
I pediluvi caldi con aggiunta di sale possono aggravare la situazione
La ginnastica in acqua accelera la guarigione
È il trauma più diffuso tra gli sportivi   
Vero
Per curare le “storte”, o distorsioni, può essere utile sottoporsi a cicli di ionoforesi. È un rimedio molto usato perché permette di portare sostanze medicamentose attraverso un segnale elettrico a basso voltaggio, in modo che penetrino nella pelle in profondità
Falso
I pediluvi in acqua calda e sale sono utili in caso di “storte”. L’acqua calda e il sale rappresentano un rimedio errato che può aggravare il gonfiore e il dolore per il trauma subìto. Meglio affidarsi alla borsa del ghiaccio.   
Vero
Anche gli ultrasuoni sono usati per curare alcuni effetti delle “storte”. Servono infatti a eliminare almeno parte dell’infiammazione dovuta al trauma.
Falso
Si utilizza sempre e solo il gesso per immobilizzare una caviglia vittima di una “storta”. A volte, può essere sufficiente una bendatura rigida con l’applicazione di un tutore che mantenga ferma l’articolazione infortunata. Oppure, al posto del gesso, si usano sostanze plastiche che pesano meno e consentono una migliore traspirazione della pelle.
Vero
Dopo una “storta” è più facile rimanere vittima di altre “storte”, nel corso del tempo. Questo accade se specialmente quando la prima “storta” non è stata curata bene.
Falso
Le donne, che generalmente hanno il piede più piccolo degli uomini, sono meno soggette alle “storte”. Le dimensioni del piede non fanno aumentare né diminuire il rischio o no di andare incontro a una “storta”.
Vero
Spesso dopo le “storte”, si suggerisce di aiutarsi con due stampelle per camminare. Infatti, è meglio non caricare il peso del corpo sulla caviglia che ha subito l’incidente perché questo rallenterebbe la guarigione.    
Falso
Dopo aver rimosso la fasciatura o il gesso si può riprendere a fare attività sportiva. Non è consigliabile: prima conviene una fase di riabilitazione, che serve a recuperare la perfetta mobilità e anche a ricostruire la muscolatura della gamba che, dopo un lungo periodo d’inattività, ha bisogno di essere rinforzata con esercizi specifici.
Vero
La ginnastica in acqua è molto utile per riprendersi dopo un periodo d’infortunio alla caviglia. Infatti, in acqua il corpo galleggia e quindi non pesa sull’articolazione, che in questo modo guarisce prima.
Falso
Sfregamenti di peperoncino sulle “storte” aiutano a riattivare la circolazione sanguigna e dunque fanno bene. Si tratta di rimedi casalinghi che non hanno alcun riscontro scientifico.
Vero
L’ingessatura in caso di “storta” alla caviglia si può aprire nella parte anteriore. La caviglia dev’essere immobilizzata, ma in questa maniera l’ingessatura risulta più confortevole.
Falso 
Il medico, in genere, non tocca mai la parte lesa per non peggiorare la situazione e si affida solo gli esami strumentali. Al contrario, toccare i punti d’inserzione dei tendini e altre zone sensibili aiuta lo specialista a individuare esattamente il danno, che solo in un secondo momento è confermato dall’esame strumentale, come l’ecografia.  
Vero
È buona norma porre un panno tra la pelle e la borsa del ghiaccio. Questo evita danni alla pelle causati dal gelo.
Falso
Il ghiaccio spray applicato dagli sportivi ha la stessa efficacia di un impacco di ghiaccio. Lo spray serve a lenire il dolore solo momentaneamente, ma non può essere usato sistematicamente come gli impacchi ghiacciati.
Vero
La “storta” alla caviglia è il trauma più diffuso fra gli sportivi. Si trova in testa, con il 25 per cento sul totale degli infortuni, secondo i dati dell’Associazione medici sportivi italiani.
Falso
Le “storte” più comuni sono quelle in cui la caviglia si piega verso l’interno e, in termini medici, si chiamano “eversione” della caviglia. Al contrario, le più diffuse sono quelle in cui la caviglia si piega verso l’esterno, cioè quando si ha una “inversione” della caviglia.
Vero
I piedi piatti possono favorire le “storte”. Infatti, la camminata e la corsa di chi ha il piede piatto risulta leggermente diversa da quella normale e quindi più a rischio infortuni.
Falso
Il ghiaccio spray applicato dagli sportivi ha la stessa efficacia di un impacco di ghiaccio. Lo spray serve a lenire il dolore solo momentaneamente, ma non può essere usato sistematicamente come gli impacchi ghiacciati.
Vero
La “storta” alla caviglia è il trauma più diffuso fra gli sportivi. Si trova in testa, con il 25 per cento sul totale degli infortuni, secondo i dati dell’Associazione medici sportivi italiani.
Falso
Chi ha la pianta del piede arcuata ha meno possibilità di andare incontro a “storte”. Anche in questo caso, il piccolo difetto plantare predispone a una maggiore vulnerabilità della caviglia per quanto riguarda le “storte”.

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